Forlì, 23 aprile 2009 - Niente sconti. Il pm Fabio Di Vizio chiede quattro anni, per lesioni e favoreggiamento. E quattro sono gli anni di reclusione che il 36enne Gianluca Iannone porta con sè nella sua ‘CasaPound’ di Roma, cenacolo poliedrico della new generation di destra. Il verdetto, siglato dal giudice di Forlì Giorgio Di Giorgio, assolve invece i fratelli Paolo e Cristiano Sebastianelli e Rainaldo Graziani, ‘commilitoni’ del "leader della destra del terzo millennio", così come s’è autoetichettato il versatile Iannone.
Oltre che politico — fu candidato alle Politiche con la Santanché — è pure musicista col suo gruppo ‘Zetazeroalfa’. I guai della truppa romana cominciano il 25 aprile 2004, quando i quattro sono a Predappio per la guardia d’onore alla tomba del duce. In un bar del centro si scatena un tumulto; un carabiniere in borghese cerca di far da paciere, inutilmente. Si passa alle mani. La rissa lascia sul campo alcuni feriti, non gravi. E per il giudice la miccia della mischia l’ha accesa proprio Iannone.
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