
La gru riporta il faro nella sua collocazione originaria (foto Frasca)
Rocca della Caminate (Forlì), 25 agosto 2015 - Turbolenze storiche. Ci è nata la Repubblica sociale, ci studieranno i venti. Rocca delle Caminate a Meldola, dolci colline forlivesi. Nelle stanze che ospitarono i ministri dell’Rsi, l’università farà ricerca. Ad esempio sui dati delle Gallerie Caproni di Predappio, studi sulle turbolenze appunto, c’è di mezzo il risparmio di carburante sui voli. Progetto importante, rete mondiale. Dicono che ci sarà anche spazio per un incubatore d’imprese, settore Aeronautico. Sì, ma la storia? Chi e cosa ricorderanno i giorni della Rocca? Castello regalato dai romagnoli a Mussolini, residenza estiva nei giorni del potere, quando il faro tricolore – appena rimesso sulla torre – segnalava al mondo la presenza del duce. Poi quasi prigione per la moglie Rachele e i figli Romano e Anna Maria, lo racconta lei, ‘Chiletta’, come la chiamavano in casa, in una delle sue interviste-autobiografie, “La mia vita con Benito”. Siamo nell’agosto del ’43, Mussolini è rinchiuso alla Maddalena. Da lì scrive a Rachele. In una lettera, a Ferragosto, rivela: «La sera del 25 luglio mi fu chiesto quale residenza desiderassi, che vi sarei stato accompagnato. Scelsi la Rocca. Il gen. Polito mi ha detto che il mio arrivo avrebbe scatenato l’ostilità dei forlivesi e non fu quindi possibile». Poi la storia prende un altro corso. Nel passaggio del fronte il castello viene depredato di tutto. Passano gli anni. Rachele lo cede all’Onmi, opera nazionale maternità e infanzia, con l’intesa di veder realizzato un centro per bambini e handicap. Non se ne fa nulla. L’ultimo proprietario, la Provincia, usa soprattutto il parco. Segue un periodo di abbandono e discussioni. Museo del silenzio, della pace, enoteca? Nel 2009 Carla Mussolini, seconda moglie di Romano e nuora del duce, fa causa e tenta di riavere indietro la Rocca. Ma intanto va avanti il progetto europeo. Che alla fine vince su tutto.
«DAMNATIO MEMORIAE? Ma no – scansa la provocazione Giorgio Frassineti, sindaco Pd di Predappio –. Anzi. La mia prossima battaglia sarà sul faro. La Provincia ha speso 40mila euro per rimetterlo sulla torre. Che senso ha non accenderlo? Inquinamento luminoso, traffico aereo? Vedremo. Siamo d’accordo con il sindaco di Meldola, di centrodestra, Gianluca Zattini. È un magnete turistico. Deve tornare a vivere, tutte le sere d’estate, almeno un quarto d’ora. Luce fino al mare. Uno lo vede e si chiede: ma chi è questo matto? Cosa c’era lì?». Frassineti da anni ha avviato uno studio storico rigoroso sul fascismo, prendendo spesso posizioni diverse dai ‘suoi’. Deciso a fare nell’ex casa del fascio il museo del Novecento. «Nel mio ufficio, in Comune, dormiva il duce da adolescente – racconta –. Arriva gente e mi chiede: posso? Mussolini è il politico italiano più famoso al mondo. Forse bisognerebbe chiedersi: perché tanta gente è affascinata?». E lei, che lo studia da anni? Silenzio, risposta: «Io sto sulla schiena del buratello, come si dice in Romagna!»