
Mario Giordano ha scritto ‘Profugopoli’ e dedica un capitolo al paese
Portico, 18 marzo 2016 – Mario Giordano, direttore del Tg 4, nel suo libro Profugopoli descrive la gestione dei profughi a Portico e San Benedetto, fra gli esempi di chi con questa ci guadagna. Il sindaco Luigi Toledo sostiene che la sua sia spazzatura.
«Il mio libro sarà anche spazzatura, ma i cittadini hanno il diritto di sapere come sono spesi i soldi che le prefetture danno per l’assistenza ai profughi. Ma lo sa il sindaco di Portico e San Benedetto che detiene un primato? Almeno per quanto ne so io».
Quale sarebbe?
«E’ l’unico Comune in Italia a dare in subappalto direttamente l’assistenza dei profughi a una cooperativa e si tiene una parte dei soldi. In tutti gli altri luoghi sono le prefetture che affidano il servizio a cooperative, associazioni, enti o privati».
Come è arrivato a Portico?
«Nello scorso settembre ci avevano segnalato al Tg4 l’occupazione del Comune da parte dei profughi, volevamo venire con le telecamere ma non ci riuscimmo. Allora ho ripreso il problema nel libro, controllando tutti i dati del Comune e della Cooperativa Acquacheta».
Che cosa l’aveva incuriosito?
«Se i profughi occupano un Comune, ci deve essere dietro qualcosa d’interessante».
Cosa risponde al presidente della Cooperativa Acquacheta, Mirko Betti, che si difende sostenendo di dare lavoro a 18 soci, mentre due anni fa erano solo due?
«Se tutto è legale va bene. Ma trovo singolare e interessante che un sindaco finisca il mandato e subito dopo fondi una cooperativa che si dovrebbe occupare di spazzamento delle strade e di una lavanderia, e invece va a gestire i profughi per conto del Comune dove è stato primo cittadino. E soprattutto con quel meccanismo, forse unico in Italia, dove un Comune incassa 7,50 euro al giorno per ogni profugo, mentre ne dà 24 alla cooperativa e 2,50 a ogni assistito».
Lei mette dei dubbi sulla parte che va al Comune?
«Siccome sono soldi degli italiani, gli italiani hanno diritto di sapere che cosa avviene dietro allla gestione dei profughi, perché in Italia molte cifre sull’argomento sono tenute nascoste, io le faccio conoscere. E bene sapere quanto guadagnano le cooperative e come spende il Comune di Portico i soldi che incassa sui profughi».
Lei pensa a una forma di cresta sugli immigrati?
«Se il Comune ha bisogno di soldi, lo Stato glieli dia. Ma non che lo Stato li faccia arrivare tramite i profughi. Non è un meccanismo da Paese sano».
Nel libro descrive grandi comuni e realtà grosse. Ci sono altri piccoli comune comi Portico?
«Tanti, ma Portico è l’unico a dare il servizio in subappalto, cosa che fanno solo le cooperative, almeno una a Milano e l’altra in Calabria».
Verrà a conoscere Portico e i suoi sindaci?
«Se passo da quelle parti, mi fermerò volentieri. Non so però se troverò la banda ad accogliermi e le porte del Comune aperte».