Ferrara, 6 dicembre 2010 - "Avendo ben chiaro che se vi sono dei casi estremi di forzatura e violenza questo non ci appartiene, ho trovato la protesta di questi giorni straordinariamente moderata". Patrizio Bianchi, assessore alla scuola dell’Emilia-Romagna, gia’ rettore dell’universita’ di Ferrara, difende la protesta degli studenti contro la riforma Gelmini.
Non senza pero’ riconoscerne alcuni meriti: "Che i rettori debbano avere un tempo determinato", ha detto, e che "razionalizzare l’offerta su base territoriale delle diverse università e’ assolutamente ragionevole". Ma oggi, ha aggiunto, ci sono "36.600 professori associati ordinari, di questi la meta’ uscira’ dai ruoli nei prossimi cinque anni. La legge prevede un intervento di 1.500 professori associati all’anno per ogni anno dei prossimi tre. Che di fronte ad una uscita di 18.000 persone l’intervento sia di 4.500 da’ due indicazioni, nessuna rassicurante: o non siamo in grado di fare una programmazione ragionevole, o assumiamo che il sistema universitario dovra’ contrarre in maniera drasticissima la sua offerta".
Per l'ex rettore estense dunque che studenti e ricercatori difendano universita’ e ricerca non e’ solo una richiesta "ragionevole ma anche moderata". L’assessore non ha voluto intervenire con un giudizio sulle modalita’ della protesta ma sul contenuto ultimo di "un malessere che non puo’ essere ridotto a 'qualcuno non studia'". Sul fatto che avversare la riforma significhi, per alcuni, difendere i ‘baroni’, per Bianchi "che in universita’ ci siano blocchi che guardano indietro e’ indubbio. Ma che una riforma che non da’ senso di prospettiva protegga questa gente e’ altrettanto indubbio. Forse il ministro non ha le idee chiare su come funzionano le cose, o forse abbiamo prospettive diverse".
Bianchi parlera’ venerdi’ ad un incontro in Provincia a Bologna dove e’ annunciato anche il ministro Gelmini. "Sono un convinto sostenitore del principio di autonomia - ha detto parlando del contenuto del suo intervento - e mi domando perche’ un Governo che e’ cosi’ spinto sul federalismo non faccia valere questo principio, su cui abbiamo una bozza aperta da due anni che il ministro non firma"
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