Ferrara - 25 agosto 2016 - "Non sarò esplicitamente io a chiedere che venga riaperto il caso di mia cognata Anna, ma per amore di verità, perché lei possa avere pace, spero che l’inchiesta venga riaperta". A parlare nuovamente di Anna Visentini, la pensionata codigorese di 72 anni ritrovata morta nel Volano il 5 luglio 2012 dopo quattro giorni di ricerche – un decesso archiviato pochi mesi dopo dalla Procura come suicidio –, è la cognata Fosca Zappaterra. Forse l’unica congiunta in vita, ad oggi, a ricordare con sicurezza quanto accaduto quattro anni fa e che sta seguendo con trepidazione i nuovi sviluppi del caso. Sviluppi che porterebbero dritti ad un unico sospetto: quello che ad ucciderla possa essere stato Claudio Villani, il killer della escort Barbara Fontana, massacrata il 4 agosto in un albergo di San Pietro in Casale.
Signora Zappaterra, si sta lavorando nuovamente al caso di Anna. Cosa ne pensa?
"Sono soddisfatta che la vicenda sia tornata alla ribalta e ho la sensazione che non sia finita qui. Spero tanto che il fascicolo venga riaperto, che lo si riguardi tutto quanto dall’inizio per fare luce una volta per tutte e che, soprattutto, Villani possa pagare per quel che ha fatto. Ho saputo che ha ucciso altre due donne e che potrebbe aver fatto lo stesso con altre".
Ha mai pensato che Anna potesse essersi suicidata?
"Nemmeno per un minuto. Neanche se io e lei fossimo state sulla sponda del canale e l’avessimo vista gettarsi".
Cosa ricorda di quei giorni?
"Mia cognata era sparita e mio fratello (Mario Zappaterra, ndr) non si dava pace; cercava la moglie ed anche lui non ha mai creduto al fatto, una volta trovata, una volta chiusa l’indagine, che potesse essersi suicidata. Credo che la morte di sua moglie, alla quale era molto legato, sposati da oltre 40 anni, abbia accelerato il decorso della sua malattia e lo abbia portato a morire prima del tempo (Mario Zappaterra è morto nel 2014, due anni dopo la scomparsa di Anna Visentini, ndr). Dopo qualche tempo, non tanto, mi hanno chiamata per ritirare il referto dell’autopsia".
Ha memoria di quello che vi era scritto?
"Il risultato erano poche righe e riportavano che sul corpo di mia cognata non erano stati riscontrati segni di violenza, che era morta per annegamento e poco altro che non ricordo. Ma, ripeto, non ho mai creduto che si fosse tolta la vita. Non posso dimenticare che mia cognata è stata ritrovata senza abiti, mi è stato detto che erano stati strappati dalla corrente del canale. Ma lì le acque sono ferme tra due chiuse e poi in estate il livello è basso, per via delle irrigazioni. Non sono mica le cascate del Niagara...".
All’epoca dei fatti anche suo fratello per un periodo è stato oggetto di indagini, lui cosa diceva della cosa?
"Non credo abbia mai avuto sentore di essere indagato. Non mi ha mai detto nulla, ripeteva che rivoleva indietro la moglie, che non credeva si fosse uccisa, che si doveva scavare più a fondo".
Ha mai conosciuto Claudio Villani?
"Mai visto in vita mia. Quando mio fratello ed Anna lo hanno accolto in casa, io mi ero già sposata e quindi andata via dall’abitazione alla porte di Codigoro. Se capitavo a trovarli raramente li trovavo insieme ma non ho mai visto terze persone".
Da quando si è parlato di rimettere mano al caso della morte di Anna è successo qualcosa?
"Sì. Qualche giorno fa sono stata chiamata in caserma perché i carabinieri mi hanno mostrato un ciondolo attaccato ad una catenina d’oro. Mi hanno detto di averlo trovato nella casa dove Villani viveva con il fratello, in campagna, quasi di fronte all’abitazione dove mio fratello e Anna vivevano. L’hanno perquisita ancora di recente. Ma il ciondolo non era di Anna, lei aveva una piastra con l’immagine del fratello morto e quello invece era un cuore portafoto che si apriva. Non credo fosse suo, forse di qualche altra donna o che lui aveva sottratto a qualcuno".
Se anche dovessero riaprire il caso non sarà possibile analizzare la salma, non è vero?
"Mia cognata aveva espresso chiaramente il desiderio di essere cremata e così è stato fatto. Ci sono solo ceneri. Nonostante questo ho la sensazione che il caso sarà riaperto".
Lei ci crede?
"Lo spero tanto. Spero sia fatta luce su una morte che per me e per chi conosceva Anna non può essere stata in alcun modo un suicidio".