Ferrara, 14 giugno 2017 - «PERCHÉ escludere a priori gli italiani?». A chiederselo è Matteo Fornasini, capogruppo comunale di Forza Italia, che dopo la lettera arrivata al nostro giornale di Enrico Gherardi (il lettore parlava di ‘casta africana’ nelle ex case popolari), chiede maggiore chiarezza in merito, con una interpellanza al sindaco e all’assessore per i servizi alla persona.
OGGETTO della questione è la palazzina di via Masaniello al Barco, ex casa popolare Erp, ora gestita da Asp e casa per alcune famiglie non residenti. «La Regione – spiega Matteo Fornasini – assegna risorse per ristrutturare immobili comunali, ma questi sono vincolati ad ospitare profughi e persone straniere già all’interno del circuito dell’accoglienza». Secondo il capogruppo di Forza Italia, però, «tale alloggio è assegnato direttamente a persone straniere», nonostante alcuni ferraresi avessero manifestato interesse a ottenere l’assegnazione dell’immobile. «Per me è una situazione discriminatoria – commenta Fornasini, ricordando che si tratta di soldi derivanti dalle tasche degli emiliano-romagnoli – ci sono tanti italiani che chiedono alloggi popolari e poi veniamo a sapere che è previsto solo per accogliere i profughi? Un conto è restaurare, ma con i nostri soldi deve essere almeno a tutti, altrimenti diventa un servizio ingiusto e iniquo, discriminatorio».
INCONCEPIBILE per Matteo Fornasini, che non esista una via preferenziale per tutelare i cittadini. «Più di 150 famiglie di italiani sono in lista d’attesa a Ferrara, per i profughi invece il canale è sempre preferenziale. In regioni come la Liguria ci sono meccanismi per aiutare gli italiani, anche a Ferrara avevamo proposto un bonus per chi risulta residente da più tempo ma la nostra proposta fu bocciata. In altre città come Cento e Bondeno, ma anche la più di sinistra Argenta, ha introdotto questo meccanismo, noi no e non si capisce perché».
REPLICA Angela Alvisi, presidente Asp Ferrara. «I soldi della Regione per la ristrutturazione avevano un determinato scopo: ospitare immigrati e richiedenti asilo per la seconda accoglienza, dunque già con un titolo di soggiorno, che presentano delle fragilità, come le mamme con bambini». Commenta poi: «si tratta di un unico appartamento destinato a tale uso, uno solo. Nessuno mai si pone il problema di guardare tutte le altre attività che facciamo quotidianamente per i cittadini, come le quattro cohousing. Per la maggioranza lavoriamo su progetti per residenti, italiani e non, con servizi rivolti ai cittadini. Ma alla fine si parla e si ricade sempre e solo sui profughi».
QUESTA LA REPLICA DI ASP
«In riferimento alla lettera a firma Enrico Gherardi, pubblicata sul ‘Carlino’ di ieri, preciso che il Comune con delibera del 2013 ha concesso in uso gratuito ad Asp l’alloggio, sottratto alla disciplina delle assegnazioni ordinarie, da destinare a progetti di seconda accoglienza per immigrati già presenti nei centri di accoglienza, rientranti tra le azioni di contrasto alle povertà e a favore dell’inclusione sociale. La ristrutturazione dell’immobile è avvenuta utilizzando contributi condizionati dalla Regione al rispetto delle modalità indicate dalla legge regionale 03/09/1992 n. 35 la quale prevede che le strutture immobiliari per le quali siano concessi i contributi devono essere vincolate per la durata di 20 anni alla destinazione di strutture socio assistenziali. Attualmente l’alloggio è occupato da una mamma e una bambina che stanno seguendo un progetto preciso di reinserimento e di inclusione sociale con il supporto di assistente sociale ed educatorio che le accompagnano nel percorso di autonomia opportuno. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori inserimenti di mamme e bambini che non comportano alcun pericolo per il vicinato». Angela Alvisi, presidente Asp