Ferrara, 10 ottobre 2016 - È una domenica sera fredda e piovosa. Poca gente in giro, molti hanno preferito starsene a casa. Una madre di 37 anni, B.A., con accanto il figlio adolescente di 16 anni, E.A., un bimbo di 2 anni, D.A. e un altro figlio di 13, D.A. sta rincasando. Sono le 19.30 di ieri in via Padova. GUARDA LE FOTO
La donna, di origini albanesi ma residente in via Argante, a Barco viaggia su una Alfa Romeo 156. La guida è impegnativa, soprattutto per le condizioni meteo. L’asfalto, nero e lucido dalla pioggia richiede una guida cauta, a bassa velocità e con occhi molto attenti. La tragedia avviene all’altezza della cosiddetta ‘curva del canile’, 200 metri più avanti dell’Automobil Club, un tratto di strada che ha registrato nel tempo un’infinità di incidenti stradali. Anche molto gravi. Come quello di ieri sera, appunto.
LA DONNA si appresta ad affrontare la curva, ma perde il controllo. È un attimo, una frazione di secondo e la tragedia è già in potenza. L’auto sbanda vistosamente e nonostante i ripetuti tentativi non riesce a restare nella propria corsia di marcia e invade quella opposta. Proprio nello stesso istante transita una Mercedes Vito, su cui viaggia una famiglia di marocchini, tra cui un bimbo di 7 anni. L’impatto, frontale e violentissimo tra i due veicoli è inevitabile quanto devastante. Dopo il frastuono dello scontro, sedili divelti, plastica e vetri dappertutto resta un silenzio cupo. Di morte. La donna al volante non dà segni di vita, certificheranno il suo decesso poco dopo i sanitari del 118 giunti sul posto con quattro ambulanze. Si teme anche per il ragazzino, ma lui è vivo anche se molto grave. La bimba e l’altro figlio sono spaventati, feriti, ma non sono in pericolo di vita.
Mentre arrivano le pattuglie della Polizia municipale e i mezzi dei vigili del fuoco del comando provinciale, giunge sul luogo dell’incidente anche il marito della vittima. Proprio nel momento in cui vede sparire su una barella, dentro a un’ambulanza la figlioletta. Cerca di raggiungere il mezzo di soccorso, grida di fermarsi, ma l’ambulanza si allontana in fretta. L’uomo, frastornato e sotto choc resta a guardare le luci dei fanali posteriori che a poco a poco spariscono nel buio della notte. Impotente e sconvolto, resta solo con il proprio dolore. All’ospedale Sant’Anna di Cona finiranno entro le 8 di sera anche altre quattro persone con ferite superficiali, altre due con lesioni di media gravità e il ragazzino, come detto, molto grave.