Ferrara, 3 aprile 2012 - I GIORNI decisivi, eccoli qua. Decisivi per la possibile costituzione di una compagine tutta o quasi ferrarese, al più con Cesare Butelli in minoranza. Il progetto Arslab a ore affonderà i colpi, e attende risposte determinanti.
Un punto appare ormai chiaro. Se Butelli deve dire le proprie intenzioni rispetto al fotovoltaico a al prezzo d’acquisto del club (e gli sarà richiesto di farlo oggi), le residue possibilità di successo poi passano per la cruna dell’ago della famiglia Colombarini, titolare di Vetroresina e patron della Giacomense dei miracoli.
I Colombarini (il capostipite Francesco ha festeggiato ieri 71 anni) sono il socio forte su cui Arslab ha puntato, per tutta una serie di motivi: possibilità finanziarie, serietà, esperienza del calcio professionistico, interesse imprenditoriale diversificato, con ramificazioni anche sul territorio del Comune di Ferrara. Nicola Zanardi e gli altri professionisti che lavorano con Arslab al progetto-Spal hanno predisposto una serie di eventualità, a seconda dello stato della cartolarizzazione del fotovoltaico e delle condizioni dettate da Butelli. Ampio è anche il «ventaglio» del possibile coinvolgimento, che va da un improbabile 51% a un più diffuso azionariato, che veda comunque i Colombarini leader della compagine societaria, con altri ferraresi attorno.
Dopo i brillantissimi risultati ottenuti a Masi San Giacomo, ci sarà la voglia di essere coinvolti a livello superiore? Questo è il nocciolo della vicenda, la domanda che attende risposta nel breve volgere di poche ore. Se sì, la Giacomense non verrebbe abbandonata, e si potrebbe anzi «cibare» di nuove sinergie, a cominciare dai prestiti dei migliori giovani che oggi la Spal destina altrove, i vari Laurenti, Marongiu, Pallara, Zamuner, Fabbro, Aliù per citare gli ultimi. Anche nella gestione finanziaria e non sportiva, due club rispetto a uno possono consentire economie.
Colombarini ha la possibilità di salvare ciò che rimane della Spal: un grosso onere, ma anche un grande onore. Nessuno gli potrà rimproverare alcunchè se non lo farà. Ma tutti debbono tifare, per restare in gergo calcistico, perchè lo faccia. Il suo «Gioiello», la Spal spera di trovarlo in provincia e non a Capannoli, dove di una società di calcio di una città lontana 200 chilometri non sanno che farsene. E’ il gadget imposto insieme al prodotto. E per la Spal sarebbe l’ultima umiliazione.
di Mauro Malaguti
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