Ferrara, 28 luglio 2010 - Si allunga la coda davanti alle aule dei nidi e delle materne: sono complessivamente 764, al momento, i bimbi in lista d’attesa nelle scuole d’infanzia comunali. La maggioranza negli asili per i più piccoli (0-3 anni), con 514 bambini che al momento non hanno garanzia di un posto; poco meno della metà (250 circa) per quanto riguarda invece le scuole materne. "La richiesta di servizi continua a crescere, in modo esponenziale", conferma la presidente dell’Istituzione Scuola Maria Giovanna Cuccuru.

Ma intanto esplode la bagarre per l’esternalizzazione delle mense; ieri mattina, a poche ore dall’animata assemblea del personale alla Sala Estense, la giunta ha approvato l’orientamento su cui si aprirà, la prossima settimana, il confronto con i genitori ed i sindacati. Agitati, sia gli uni che gli altri. "Ma c’è qualche evidente strumentalizzazione, il Comune non arretrerà sul fronte della qualità dei servizi - prosegue la Cuccuru -, né ci saranno rincari nelle rette per le famiglie, al di là degli aumenti fisiologici, e comunque limitati, relativi al solo tasso d’inflazione programmata". Siamo tuttavia davanti ad una rivoluzione copernicana; per la prima volta, nel settore delle scuole d’infanzia, l’ente pubblico apre - o meglio, spalanca - la strada ai privati.

Da settembre sarà infatti messo a gara il servizio della lavanderia (che interessa comunque un numero limitato di posti: 6, dei quali uno resterà comunque in ruolo al Comune), per il quale l’amministrazione spende ogni anno circa 150 mila euro. Più consistente l’appalto per il servizio mensa nei sei asili già individuati (Aquilone, Guido Rossa, Jovine, Casa del Bambino, Satellite, Mongolfiera); l’operazione riguarda 15-18 posti di lavoro, recuperati attraverso la cancellazione dei contratti interinali, e complessivamente 670 mila euro, tra costi del personale (470 mila euro) e acquisto delle derrate alimentari (200 mila euro). "E’ un’operazione necessaria per rientrare dentro i vincoli del patto di stabilità - dice la Cuccuru -, che dal  primo gennaio impone ai Comuni il tetto del 40% dei costi del personale sull’ammontare complessivo delle uscite".

L'amministrazione cittadina è attualmente al 44,9% e in questa situazione, come anticipato dallo stesso sindaco Tiziano Tagliani nei giorni scorsi, "non si potrebbe più assumere nemmeno un dipendente per sostituire gli addetti in malattia...", dice la Cuccuru. Ma l’appalto nel sistema delle scuole d’infanzia, che ora fa discutere, da solo non basterà: per rientrare nei rigidi vincoli "il Comune bloccherà il turn over per altre 35 persone - spiega la presidente dell’Istituzione Scuola, subito dopo il confronto mattutino in giunta -, e proseguirà nel percorso già avviato dal sindaco di riduzione del numero dei dirigenti». Si annunciano, per le prossime settimane, alcune... retrocessioni importanti su questo fronte. Ma al tempo stesso, si parla di un pacchetto di una ventina di assunzioni (per vari settori dell’amministrazione) che per essere concretizzato esige l’avvio di misure drastiche sul versante delle esternalizzazioni.

Il tasto delle scuole d’infanzia è comunque il più sensibile, visti i riflessi sull’utenza ma anche quelli d’immagine per il Comune: "Figurarsi se abbiamo intenzione di retrocedere, dopo i premi ed i riconoscimenti ottenuti a livello nazionale ed europeo - sbotta la Cuccuru - e con i progetti avviati in tema di alimentazione biologica, di attenzione alla cucina per i bambini di religioni diverse da quella cattolica, di verifica più complessiva sugli standard di qualità dell’offerta educativa primaria. Purtroppo però i tagli di oltre 5 milioni di euro fatti scattare dal governo, e la rigidità dei vincoli, non ci lasciano spazi di manovra. Però chi fomenta le paure tra le famiglie, o addirittura l’opposizione che parla delle... buone cuoche del Comune come se nelle coop sociali ci fossero delle avvelenatrici di bambini, non rende un buon servizio alla collettività".