Fermo, 8 ottobre 2012 - UNA POSIZIONE scomoda, dentro un partito che a livello nazionale ha fatto della cancellazione delle province un cavallo di battaglia. Una posizione però che il coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori, Adolfo Marinangeli, ha sempre chiarito, in maniera coraggiosa e netta.
È rottura coi vertici nazionali, è un dissenso nei confronti del leader Antonio Di Pietro?
«In realtà l’onorevole Di Pietro ha spiegato bene la sua posizione anche a Porto Sant’Elpidio. Ha detto che l’Idv è per la cancellazione delle province, ma dentro un sistema tutto da rivedere, dentro un progetto complessivo che possa migliorare le cose. Fatto così, puntando solo sulle province, è un imbroglio e un pasticcio».
Dunque si va avanti, come si lavora a livello provinciale, per far sentire le voci del Fermano? «Oggi posso dire di essere ben felice dell’atteggiamento che il Pd ha assunto un atteggiamento che per la verità noi abbiamo adottato già diverso tempo fa. Il capogruppo in Consiglio provinciale Agostini, ha detto in almeno due occasioni di ritenere il gruppo sospeso dal partito e lo stesso vale per me, in qualità di assessore. La direzione provinciale si è espressa per la necessità del ricorso alla Corte Costituzionale e, in caso di fallimento, per la netta applicazione della legge con la riorganizzazione di tre province. Siamo aperti anche alla possibile revisione a due province, una del nord e una del sud che ci sembrano ancora più eque».
È rottura con i vertici regionali?
«In realtà, la proposta di due province porta la firma del nostro onorevole Favia. Il pasticcio del Cal, che ha supportato un documento contro la legge, non piace a nessuno di noi e la direzione regionale si è espressa su questo già una settimana fa. I nostri quattro consiglieri regionali, tra cui il consigliere Paola Giorgi, che è espressione del territorio maceratese, voteranno contro quel pastrocchio se mai dovesse arrivare in aula al Consiglio regionale. Sta a significare che i nostri esponenti sono interessati a rappresentare il territorio tutto e non il proprio elettorato soltanto. Non ci stiamo a dare lo spettacolo della solita politica che prende certe decisioni che riguardano i cittadini sulla base dei propri interessi, delle poltrone da scambiare, del futuro politico di qualcuno».
Non pensa che in questa fase potrebbero essere necessari gesti ancora più eclatanti del semplice congelamento dal partito?
«E’ comunque un fatto senza precedenti e un segnale di disagio molto forte. Se siamo insieme, noi, il Pd, i socialisti, possiamo dare l’immagine di un territorio forte, unito, coeso, capace di difendere le proprie istanze, con la stessa energia di tutti gli altri territori, con la stessa, identica dignità di tutti. Noi siamo andati per la nostra strada, non obbediamo a ordini dall’alto, ragioniamo con la nostra testa, porteremo avanti queste nostre convinzioni».
Angelica Malvatani
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