Fermo, 15 febbraio 2012 - COME la Fim e la pineta, sono diventate, purtroppo, un simbolo di Porto Sant’Elpidio. Già dalla sera addobbano la Statale, quasi fossero alberi ai lati della strada. Erano lì anche in questi giorni di gelo scandinavo, le prostitute, ma sono andate in bianco.
Domenica, ad esempio, una lastra di ghiaccio copriva l’asfalto e cumuli di neve cingevano la carreggiata, la temperatura segnava qualche grado sotto lo zero, ma loro erano lì, imperturbabili. Senza le minigonne ascellari, la ‘mercanzia’ veniva esaltata da pantaloni attillatissimi, bianchi come la neve. La borsetta e i tacchi d’ordinanza, vertiginosi, a completare la divisa. Lungo gli 8 chilometri sui quali si sdraia la città se ne contavano poco più di dieci, disposte ad intervalli regolari, come se avessero la licenza; quasi tutte in coppia a guardarsi le spalle e scambiare una parola, di solito all’altezza di un’area di servizio, dove la fermata dei clienti è più agevole. Ma di auto con la freccia inserita neppure l’ombra.
Il freddo inclemente ha dissuaso i maschietti. Lo shopping del sesso congelato, sebbene non fosse l’offerta a mancare. Le vetture filavano via lente, ma indifferenti. Poi, ad un tratto, un’auto ha accostato e si è fermata. Sono scesi due uomini in divisa: “Documenti, prego”. Erano i carabinieri, in giro per il solito controllo. Cento metri più a sud una passeggiatrice al telefono, pronta, chissà, a lanciare l’allarme o a mimetizzarsi. Dopo poco, senza dare troppo nell’occhio, qualcun altro ha rallentato e tirato la testa fuori dal guscio. Una manciata di secondi di trattativa e poi via, un ripensamento. Troppo freddo, forse, anche per cercare un po’ di calore fisico. Intorno, intanto, continuava il lento e cieco flusso di fari accesi su quella Statale alberata di fantasmi in tacchi a spillo.
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