Fano (Pesaro e Urbino) 11 marzo 2016 - La Chiesa dei Santissimi Pietro e Andrea a Fenile si è rivelata troppo piccola, ieri, per accogliere il mare di gente che vi si è riversata per dare l'ultimo saluto a Francesco Paterna (foto), il militare di 43 anni in servizio all'Aeronautica di Rimini prematuramente scomparso. Più di un centinaio erano solo i suoi colleghi, con il distintivo basco azzurro in testa, le mostrine sul bavero, i nastrini sul petto e gli occhi gonfi di dolore.
Poi c'erano diverse centinaia tra familiari, amici, compagni di scuola dei figli Nicole e Manuel, colleghe della moglie Enrica e tutto Fenile, ancora sotto choc per una morte tanto prematura quanto inspiegabile.
Un picchetto d'onore ha atteso sul sagrato l'arrivo del feretro di Paterna, condotto a spalla all'interno della chiesa mentre la tromba suonava mestamente 'Il Silenzio'. Un silenzio assordante, rotto solo dal pianto sgomento dei familiari che sono rimasti increduli di fronte a questa inaspettata tragedia. "Non c'è risposta – ha detto l'officiante durante l'accorata omelia -. L'unica cosa è restare in silenzio e vivere dignitosamente questi momenti, come state facendo voi.
Dobbiamo avere coraggio, guardare negli occhi la morte e scrutarne il mistero. Questo è necessario per continuare a vivere. Altrimenti si fugge da ciò che sappiamo essere il punto d'arrivo di tutti. Certi che Gesù non ci salva dalla morte, ma ci salva nella morte".
Solo pochi giorni fa il parroco era stato, per la tradizionale benedizione delle famiglie, in quella villetta di via Bartali dove lunedì pomeriggio Paterna è stato trovato senza vita, riverso in bagno. "Non avrei mai pensato di celebrare, a pochi giorni di distanza, il suo ritorno al Padre – ha detto il prete -. Siamo tantissimi. Sono rimasto impressionato dall'alternarsi della gente per mettere a punto le cose necessarie, in questi giorni in cui i parenti, impietriti dal dolore, non sono stati in grado. Mi sono accorto che il cuore di Francesco, quel cuore che si è spezzato... era grande, dietro quella sua riservatezza militare. Ed ora siamo qui a celebrare il suo ultimo volo. Non in elicottero... Le ali non sono quelle dell'aereo ma dell'amore del Signore: Dio ti solleverà e nelle sue mani volerai".
All'interno della chiesa calde lacrime e applausi per il militare, la cui bara è stata coperta dal tricolore e contornata di rose bianche e orchidee gialle. Accanto un cuscino rosso con il basco azzurro, le medaglie e i distintivi consegnati poi alla vedova.
"Era un uomo che si sapeva far voler bene" ha sottolineato la vicina raccontando di quella volta che "Francesco, prima di partire per una missione all'estero, era venuto a bussare alla nostra porta per salutarci". Un saluto che si sarebbe aspettata anche a breve dal momento che Paterna stava per partire per una missione in Afghanistan... un saluto che invece non c'è stato il tempo di darsi.