Fano, 26 novembre 2013 - L’emergenza Cartoceto sta diventando una sorta di “caso internazionale”. Karl Hoffmann, corrispondente radio Tv tedesca e membro della stampa estera in Italia, che da più di trent’anni abita nella cittadina dell’olio dop, ha inviato un accorato appello al governatore Gian Mario Spacca affinché la Regione renda possibile un tempestivo intervento in grado di salvare la cinta muraria di Cartoceto, «paesino — ha scritto nella sua missiva al capo della giunta delle Marche — che rischia la chiusura totale».
Missiva che il signor Hoffmann ha fatto idealmente sottoscrivere a suoi amici residenti in tutto il mondo «che sono passati a Cartoceto, apprezzando l’accoglienza nel bar della piazza (chiuso da un paio di settimane per il rischio di nuovi cedimenti delle mura urbiche, ndr), per sostenere insieme l’appello “salvate Cartoceto”». Decine e decine di nomi di persone di ogni parte d’Italia, d’Europa e del pianeta. Fra gli altri Christiane Schlotzer di Instambul, Reinhard Pilny di Norimberga, Nico Lockelsten di Moss (Norvegia), Urike Musse di Vienna, Christina Eck di Washington e poi altri di Shanghai, olandesi, argentini e canadesi.
Intanto la gente di Cartoceto è pronta ad una mobilitazione di massa per difendere il proprio paese e il sindaco e la giunta saranno al loro fianco. Dopo il maxi crollo in piazzale Marconi e la chiusura del Bar Claudia di piazza Garibaldi a causa delle minacciose crepe apertesi nelle mura urbiche di età medievale che cingono l’intero perimetro della parte storica della cittadina dell’olio (mura già interessate da un importante cedimento un centinaio di metri più a monte nel novembre del 2012 e mai restaurate) il clima che si respira fra cittadini e amministratori è di profonda esasperazione e la prova si è avuta nel weekend, nel corso di una partecipatissima assemblea indetta dal Comune per discutere di questa vera e propria emergenza.
«La sala del consiglio era gremita di persone che vivono tutta la gravità della situazione sulla propria pelle, visto che a distanza di un anno, quando ci fu il primo crollo, ancora non si possono avviare i necessari lavori di messa in sicurezza e intanto si assiste ad un graduale e continuo peggioramento — evidenzia il sindaco Olga Valeri —. Alla fine, dopo un lungo e acceso dibattito, è prevalso il fronte comune e l’idea di fare un’azione forte. I cittadini hanno chiesto alla sottoscritta di prendere un appuntamento con il governatore Spacca per essere ricevuti, aggiungendo che sono pronti ad una mobilitazione di massa affinché la situazione venga sbloccata prima che si verifichino altri crolli. Solo con il riconoscimento dello stato di emergenza e il decreto che il presidente Spacca deve firmare, con cui verranno affidate le risorse chieste dall’amministrazione in base ai progetti elaborati (per circa 2milioni di euro, ndr), sarà possibile appaltare i lavori e bisogna mettersi in testa che non ci sono più i tempi neanche per aspettare l’iter richiesto dalle procedure degli appalti. Il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Aprili ha spiegato che se tutto andasse bene i lavori potrebbero partire a marzo, ma il rischio vero è che a marzo, dopo aver un intero inverno, sia già crollato il paese. Basta vincoli e lungaggini; l’amministrazione ha dati scientifici su quella che è la situazione reale di Cartoceto: le mura poggiano essenzialmente su materiale di riporto, quindi non hanno una funzione contenitiva. Anzi, la spinta a cui sono sottoposte potrebbe farle crollare da un momento all’altro. Un altro aspetto è che il paese necessita di interventi che vanno oltre le criticità che si sono aperte recentemente e, se si vuole salvare davvero Cartoceto, di soldi ne servono molti di più. La Regione ha trasferito alla Provincia per la gestione delle emergenze 6milioni e mezzo di euro? Noi non abbiamo visto nulla, sono tutti presi dalle primarie...».
Sandro Franceschetti
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