Fano, 3 agosto 2012 - UN PALAZZO di giustizia blindato. L’audizione (secretata) della tredicenne filmata il 10 e 12 luglio scorso sulla spiaggia di Torrette di Fano assieme a don Ruggeri era protetta fin nei minimi particolari. Scale vietate, con un cartello fasullo che annunciava lavori in corso, per non fare avvicinare nessuno. L’audizione si è svolta per due ore, dalle 11 e 40 alle 13 e 40, presenti l’accusa, il pm Sante Bascucci, il gip Lorena Mussoni e la psicologa di Ferrara Anna Cavallini, che ha assistito il gip nelle domande e ha svolto con la ragazzina il colloquio preparatorio, alcuni giorni fa a Ferrara. Il gip e la psicologa erano sole in una stanza con la ragazzina. Poi ovviamente c’erano lo stesso don Ruggeri, in carcere dal 13 scorso per atti sessuali su una minore di13 anni. Il don quasi subito ha chiesto: «E’ molto scossa la ragazza?». I legali: Gianluca Sposito per don Ruggeri e Omar Severi per la famiglia della ragazzina, che ha detto: «Ci sono i presupposti per costituirsi parte civile, anche se lo faremo quando il quadro sarà definitivamente completo».
DUE ORE di domande alla tredicenne quindi, anche se filtrate, attutite con metafore e similitudini, per non ferirla troppo e contemporaneamente però capire di più su quel rapporto e su quanto «pesante» possa rivelarsi, da un punto di vista penale, quel filmato. Parte del quale a un certo punto è stato anche mostrato alla ragazza. Che era accompagnata dai suoi, e ha chiesto e ottenuto che le sue parole non venissero sentite né dai suoi né da don Ruggeri. Inizia l’audizione. «Io capivo — risponde alle varie domande l’adolescente — che fare quelle cose con don Ruggeri era sbagliato, perchè lui è vero era grande ed era un prete, ma io lo vedevo come un amico. Sì, ho avuto anche vergogna, sapevo che eravamo in spiaggia e che ci poteva vedere la gente. Ma avevo paura di reagire perché avevo paura di cosa potesse fare lui... E poi se mi rifiutavo temevo che non sarei andata più al mare, lui invece mi ci portava...».
DON RUGGERI è in una stanza a fianco. Non si sono mai incrociati. C’era costrizione, in quel rapporto? E’ un elemento cruciale, per accusa e difesa. Era costretta da lui, la tredicenne, a fare certe cose? Lei a volte riferisce che col parroco era a suo agio, «stavo bene con lui», a volte dice che «era costretta». Che il don era uno sì convincente, «che ‘trascinava’ tutti, ma a volte si arrabbiava, aveva scatti rabbiosi, era già successo una volta tempo fa in un campo scuola, perché io facevo con le mie amiche dei giochi che secondo lui non dovevo fare». La ragazza aggiunge: «A volte ho cercato di divincolarmi da certi atteggiamenti, ma lui mi veniva a cercare...». Qualcuno riferisce che a un certo punto durante l’audizione le siano spuntate delle lacrime, il legale nega: «Mi ero messo d’accordo con lei, se avesse avuto dei problemi bastava che mi avvertisse, non è mai successo». Hai mai parlato con qualcuno di quanto avveniva con il don? «No, mi vergognavo». Alla ragazzina a un certo punto vengono sottoposti anche alcuni filmati del video, quelli più casti, in cui si vedono dei baci. Lei ammette: «E’ vero, quello non era un bacio da amico. Mi sono accorta della gravità di quanto stava accadendo quando ho letto i giornali».
«UNA DEPOSIZIONE forse contaminata dall’essere stata resa a tre settimane di distanza dai fatti — dice il legale di don Ruggeri, Gianluca Sposito — la ragazza ha confermato solo gli episodi contestati, in acqua ha detto che col ‘don’ facevano solo dei giochi, in un rapporto di affetto». Il legale già oggi inoltrerà al gip richiesta di scarcerazione o in subordine dei domiciliari.
Alessandro Mazzanti
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