Fano (Pesaro Urbino), 26 agosto 2011 - A settembre si tornano a pescare le vongole nel compartimento marittimo di Pesaro. Lo ha deciso l’assemblea del "Co.Ge.Mo", il Consorzio gestione molluschi mettendo così fine al periodo di ferma pesca volontario di un paio di mesi che dovrebbero essere serviti alla riproduzione della specie. Il "Co.Ge.Mo" è una grossa realtà produttiva dell’agro-alimentare della provincia, con una produzione annua di circa 3.500 tonnellate (3.500.000 kg.) di vongole del tipo 'venus gallina', che per oltre il 5 per cento viene esportata in Spagna ed è composto da 65 aziende di pesca che danno lavoro a circa 150 occupati diretti sulle barche e a una quarantina di aziende a terra per la lavorazione e confezionamento del prodotto che danno lavoro a un altro centinaio di lavoratori.
Nei gironi scorsi, prima delle decisione di riprendere il mare s’era sparsa la voce di una moria di vongole nell’Alto Adriatico e giustamente anche nella marineria fanese c’era qualche preoccupazione. Ma il pericolo è stato subito scongiurato. "Mi sono informato - dice Eros Bocchini del Consorzio di Gestione Molluschi -, ed è vero che nel golfo di Trieste c’è stata una moria di vongole. Avevano messo in mare del novellame tempo fa e oggi si ritrovano con gran parte del prodotto danneggiato. Mi hanno detto che questo è successo a Grado e nella laguna di Marano, mentre invece a Chioggia non hanno avuto nessun problema". Già nel Medio Adriatico la situazione è normale, ma per i pescatori va tenuta sotto controllo. L’associazione Vongolai con le sue barche ha effettuato nei giorni scorsi alcuni test per verificare lo stato delle vongole e i riscontri sembrano essere tutti positivi. Per le 'vongolare' che hanno volontariamente intrapreso un lungo fermo pesca, la ripresa di settembre dovrebbe costituire un momento di rilancio dopo i vari interventi compiuti in passato.
Imprese e lavoratori si sono rimboccati le maniche e si sono dati regole ferree, si sono sottoposti a controlli attentissimi per il rispetto delle norme con l’adozione di draghe leggere (primo caso in Italia), vale a dire nuove draghe con struttura meno impattante; hanno seguito un’attenta gestione dei selettori di bordo, programmato attività di inseminazione in collaborazione con il Laboratorio di Biologia Marina e Pesca dell’Università di Bologna in Fano, messo a riposo delle aree di pesca per l’accrescimento delle risorse, rispettato le quote di cattura con un sistema di controlli e guardie giurate, avviato con il sostegno della Regione piani di miglioramento della qualità per giungere nel breve ad un marchio territoriale "Igp" 'vongola del pesarese', ed infine con decisione dell’assemblea dei soci presa lo scorso 15 maggio 2011, (assunta quasi all’unanimità) si è deciso (caso più unico che raro), di allargare le maglie degli attrezzi di cattura in moda da pescare vongole di una certa pezzatura: si passerà entro il mese di giugno, da una distanza di 11 mm. ad una di 12 millimetri senza tolleranza. Insomma una maggiore attenzione da parte di questa categoria che spesso si è ritrovata al centro di critiche e polemiche.
"Noi stiamo sempre attenti - dice Eros Bocchini - che il fenomeno della moria di vongole possa estendersi, comunque per adesso non è il caso di preoccuparsi-. Stessa cosa dice il professor Corrado Piccinetti del Laboratorio di biologia marina: "Nessun allarme e nessuna moria di vongole ci è stata segnalata per cui non c’è assolutamente da preoccuparsi".
© Riproduzione riservata