Bologna, 18 giugno 2022 - Il terreno si secca nel clima torrido e per l'incubo siccità ci si rivolge pure alle alte sfere. Dal Piacentino, dove un parroco, ogni giorno, nella messa quotidiana recita delle intenzioni perché piova, fino ai palazzi della Regione. L'ente di viale Aldo Moro annuncia una cabina di regia ad hoc per fronteggiare il problema. "Siamo pronti (martedì, ndr) a chiedere al Governo lo Stato di emergenza nazionale - commenta Irene Priolo, assessora regionale all'Ambiente e protezione Civile dell'Emilia-Romagna -. Un passo necessario per fronteggiare una situazione complessa dal punto di vista ambientale, che ha preoccupanti ricadute sul fronte delle produzioni agricole, ma non solo".
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E la situazione pare essere ben lontana dal migliorare: si va incontro a una settimana rovente "e al momento non sono previste precipitazioni consistenti". Lo spiega Fausto Ravaldi, coordinatore della stazione meteorologica dell'Istituto scarabelli di Imola, un eccellenza tutta emiliano-romagnola, che ultimamente ha esteso ancora di più la sua rete grazie a nuovi rilevatori.
Dove sta colpendo più duro la siccità?
"Da mettere in conto per lunedì c'è l'arrivo di un picco di caldo, con una temperatura media-massima compresa fra il 36 e i 37 gradi. In alcune zone la situazione rischia di essere veramente drammatica. Parlo del Ferrarese e, per esempio, delle località più vicine al mare. La possibilità che in settimana possano presentarsi rovesci improvvisi c'è, ma nel caso serverebbero a ben poco; troppa acqua in poco tempo difficilmente viene assorbita dal terreno".
E chi è vicino al mare?
"Si trova a dover fare i conti con il cuneo salino: finché il terreno è idratato, non ha la tendenza ad assorbire l'acqua di mare. Quando però intervengono periodi di forte siccità, fiumi, canali sotterranei e pure la terra, si comportano da vere e proprie spugne, assorbendo l'acqua salata. Una strada che rischia di condurre all'infertilità".
Quali sono le coltivazioni più a rischio?
"Dove il Po è in secca soffrono praticamente tutte. Ma in generale, le orticole, dotate di radici poco profonde, sono le prime ad andare in crisi con questi climi. Meglio invece gli alberi da frutto (capaci di arrivare più a fondo), e il grano, prossimo, come l'orzo, alla raccolta e quidi bisognoso di un'umidità bassa".
Ci sono territori che fanno eccezione?
"Il territorio imolese, per esempio, è perticolarmente fortunato: i sensori ci dicono che anche a poca profondità il terreno ha ancora una buona umidità da regalare alle proprie piante".
Cosa ci dicono le previsioni meteo? Qual è lo scenario dei prossimi giorni?
"Come già anticipato,il picco di caldo è previsto nel pomeriggio di lunedì, intorno alle 15. Già in queste ore è fortunatamente in calo l'umidità: dovrebbe scendere fino al 20% portando le temperature percepite molto più vicine a quelle reali e un minore disagio per il corpo umano. L'eccezione potrà essere il presentarsi di qualche temporale locale nel tardo pomeriggio, ben lotano però dal lenire il nodo siccità".
Oltre alla stagione chi è il colpevole di questo picco di caldo?
"L'Italia si trova attualmente in un'area di alta pressione. Soprattutto la nostra regione è in balìa dell'anticiclone delle Azzorre, che risente dell'influsso di quello Africano: la combinazione dei due, in particolare nel sud della Spagna, sta provocando ondate di calore spaventose. Il fenomeno, fortunatamente, viene tenuto distante dai nostri 'lidi' da una consistente area di media pressione che insiste sulla Russia".