Bologna, 11 aprile 2021 - Domani, lunedì 12 aprile sarà il giorno in cui la maggior parte d'Italia cambierà colore e tornerà in zona arancione. Saranno solo quattro le regioni che resteranno in zona rossa: Valle d'Aosta, Sardegna, Puglia e Campania. Tutte le altre (comprese Emilia Romagna, Toscana e Lombardia) torneranno nella fascia con le minori restrizioni possibili al momento (qui le regole da zona arancione).
AGGIORNAMENTO Colori regioni aprile 2021: Emilia Romagna, Marche e Veneto aspirano al giallo - Coronavirus 11 aprile: dati e contagi Italia e Emilia Romagna
Sì perché, per indicazione del Decreto Draghi, per tutto aprile la zona gialla e quella bianca sono bandite dal novero possibile. Ma già nel testo del Decreto è stato inserito uno spiraglio di speranza: se il piano vaccinale e i parametri lo permettono, è previsto un allentamento. Forse anche prima delle fine del mese.
- Le date
- La zona gialla, forse scuro
- Bar e ristoranti
- Cinema, teatri e musei
- Gli stadi
- Palestre e piscine
- Spostamenti e turismo
- Le regioni da zona gialla
Le date
Di tutto questo si discuterà dalla settimana prossima: saranno determinanti i dati della cabina di regia di venerdì. se il calo dei contagi, che prelude a meno ricoveri, sarà confermato, allora la discussione entrerà nel vivo. Sulle date, per ora, non ci sono certezze: c'è chi avanza il 19 aprile, chi pensa che il premier Draghi deciderà di rimandare tutto a maggio, ma fornendo già date certe, con un'operazione che - direbbero gli sportivi - fa morale.
La zona gialla, forse in scuro
A spingere per la data del 19 aprile sono gli 'aperturisti', Salvini e Forza Italia in testa: una posizione osteggiata da 'prudenti', capitanati da tecnici del Cts e Iss e dal ministro Roberto Speranza. Però, come sempre accade in politica, una mediazione è possibile. Si potrebbe arrivare - ma è, per ora, solo un'ipotesi - all'apertura della zona giallo scuro.
Bar e ristoranti
E' però certo che si sta già ragionando alla riapertura di bar e ristoranti almeno per l'ora di pranzo, ma con grande attenzione a scongiurare gli affollamenti da movida, all'ora dell'aperitivo. E incentivando al massimo l'uso di tavolini all'aperto, anche con l'azzeramento della tassa di occupazione di suolo pubblico. Gli esercizi pubblici, quindi, potrebbero venire di nuovo ridotti ai soli servizi di asporto e consegna a domicilio già dalle prime ore del pomeriggio.
Cinema, teatri, musei
Potrebbero, forse però solo in un secondo momento, vedere finalmente la luce anche le sale della cultura con cinema, teatri, musei e mostre riaperti solo su prenotazione e con tutti i protocolli del distanziamento applicati. Un'atra medizione possibile è fare slittare questa mini-ripartenza a lunedì 26 aprile. Per i cinema, si parla anche dell'obbligo della mascherina Ffp2. E poi un tampone negativo eseguito entro 48 ore (ma su questo ci sono forti dubbi degli esoerti) o il certificato vaccinale.
Gli stadi
Le arene all'aperto sono considerate più sicure di quelle alchiuso e si lavora a un protocollo per le riapertura al pubblico e non solo per gli eventi sportivi. Ma la capienza sarà fortemente ridotta, tra il 25 e il 30%.
Palestre e piscine
A maggio, sarebbe il turno delle riapertura di palestre e piscine, lo ha auspicato anche il ministro Mariastella Gelmini: "Maggio deve essere il mese della riapertura delle attività economiche, del ritorno alla vita, speriamo che sulla base dei dati si possa riaprire qualcosa anche ad aprile", ha detto qualche giorno fa. I tecnici stanno riscrivendo i protocolli di sicurezza e valutando se aprire a sedute di gruppo o soltanto singole.
Spostamenti e turismo
A maggio potrebbe tornare lo spostamento libero tra le regioni, anche per dare respiro alle attività turistiche. Ma, naturalmente, la conditio sine qua non è che la campagna vaccinale abbia subìto l'accelerazione che il generale Figiuolo sta predicando da tempo.
Le regioni da zona gialla
Già ora alcune regioni avrebbero i numeri da zona gialla. Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise e le province di Trento e Bolzano al momento potrebbero avanzare pretese. Anche il Veneto - unica zona assieme alla provincia di Bolzano classificata a basso rischio pandemico - ci spera non poco. Bisogna vedere se i parametri resteranno sotto alle varie soglie fissate dal Governo. E se la campagna vaccinale proseguirà, con gli anziani come priorità come indicato più e più volte.
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