Savignano sul Rubicone, 29 agosto 2017 - La crisi delle feste di partito nel cesenate è inconfutabile: nel giro di pochi anni su una quarantina di feste dell’unità, ne sono sopravvissuti meno di dieci. Sei, precisamente, in base ai calcoli di inizio stagione. Calcoli che oggi vedono una nuova voce depennata: anche la storica festa di Savignano, la cui prima edizione fu nel 1946, quest’anno darà forfait.
Le ragioni? Mancano i volontari. Più precisamente mancano i cuochi. Nicola Dellapasqua, vicesindaco del comune di Savignano, è segretario del Pd locale dal 2014 e ha un’idea precisa: «Dopo la nascita del Pd, il nome è stato cambiato in Festa democratica dell’unità, ma da noi la gente non ha mai guardato tanto le bandiere rosse, quanto la buona tavola e la musica romagnola. Se non siamo in grado di garantire l’una o l’altra non ha senso continuare».
La situazione, in effetti, sembra critica: «Quest’anno avremmo potuto contare anche su un certo numero di volontari per montare le attrezzature, fare servizio ai tavoli e pulizia. Ma non siamo riusciti a trovare volontari che sappiano fare da mangiare, stare in cucina. Tutti coloro che sanno cucinare stanno lavorando negli alberghi e nei vari esercizi al mare per la stagione estiva. Volontari in cucina non ne abbiamo trovato neppure uno. Non possiamo permetterci di pagare dei cuochi professionisti. Poi c’è il problema delle forze umane che ogni anno calano, abbiamo avuto diversi funerali e non c’è un ricambio generazionale di giovani volontari che entrano al posto degli anziani che non ci sono più o non ce la fanno più a stare ai fornelli».
Sarà un addio? Per ora sembra un prudente arrivederci: «Ci siamo presi un anno sabbatico – conclude Dellapasqua –. Per l’anno prossimo ci penseremo».