Mercato Saraceno (Cesena), 20 agosto 2015 - I privati cittadini che si fanno carico dell’assistenza ai profughi che scappano dalle loro terre martoriate da guerre e da una povertà secolare, mettendo a disposizione locali di abitazione private per la loro accoglienza. Accade in una frazione del comune di Mercato Saraceno che – su sollecitazione della Prefettura e della Regione Emilia-Romagna – si sta organizzando per un’eventuale ospitalità di migranti e dove, nel contesto, un cittadino della frazione Ciola, dopo aver letto che il Comune non dispone di strutture idonee e fruibili, si è reso disponibile ad offrire gli spazi di una sua casa in collina per i profughi. Di questi ne sono giunti, l’altro ieri una decina che sono stati dislocati a Forlì (due persone), a Cesenatico (due persone) ed altri sei a Cesena, presso la struttura Arci, in località Oriola. Quindi dove non riesce ad arrivare l’amministrazione pubblica, ci pensano i privati che cercano di contribuire ad alleviare le sofferenze di chi ha avuto la sfortuna di nascere e vivere in zone sottosviluppate e ancora tribali. È facile in questi casi cadere anche nei luoghi comuni, ma la dimensione epocale di questi sbarchi di carichi umani sulle coste italiane, con una serie infinita di problemi e drammi personali senza fine, non può lasciare indifferenti.
E ognuno nel suo piccolo può fare la sua parte: già la stanno facendo i Comuni di Verghereto, Bagno di Romagna e Cesena, tanto per stare nel comparto valligiano, e questo attraverso percorsi condivisi con la popolazione locale. Un aspetto, quest’ultimo, che intende intraprendere anche l’amministrazione comunale di Mercato Saraceno, intenzionata a programmare incontri pubblici con la cittadinanza per spiegare, nei dettagli, la problematica di questi migranti e per cercare, in un’ottica di condivisione, la soluzione migliore per offrire, eventualmente, ospitalità ai profughi senza creare tensioni o problemi fra la popolazione. È chiaro che si tratterebbe di un numero esiguo di persone, sparse peraltro in un territorio vasto e, quindi, di minimo impatto sociale; persone che devono trovare comunque un minimo di integrazione e di assistenza a carico dello Stato, con un costo medio di 30 euro circa al giorno. In questo sarebbero aiutati anche da mediatori culturali ed interpreti senza escludere la possibilità di impegnarli in lavori socialmente utili come sta già avvenendo in altre zone del territorio cesenate. Oltre ai privati, a Mercato Saraceno, si sta interessando al problema pure la Caritas locale (che dal luglio 2006 opera in una sede presso la canonica di San Damiano ma che coinvolge altre parrocchie della zona, come Monte Castello, Mercato Saraceno, Taibo, Cella, Monte Iottone e Ciola) che di recente si è confrontata con l’amministrazione comunale.
Nell'incontro è emerso che la stessa Caritas si impegnerà a reperire locali, eventualmente in canoniche dismesse e disabitate, oppure individuare in zona appartamenti in locazione da destinare all’accoglienza dei profughi dei quali, si specifica, al momento non è previsto alcun trasferimento nel territorio di Mercato Saraceno. Va precisato inoltre che il Centro Caritas di San Damiano funziona anche come Centro di ascolto e di primo aiuto per persone o nuclei famigliari sia italiani che stranieri, bisognosi di assistenza immediata e di un conforto morale e materiale. M