Cesena, 12 gennaio 2016 - La madre di Pietro Pirini, il ragazzino di Pisignano che ha perso la vita a 12 anni in un incidente a San Giorgio, ci scrive: Dopo il lutto ha dovuto sopportare anche il furto della macchina fotografica con le ultime immagini del figlio.
Strane cose succedono. Nell’era del ‘touch’ e dei ‘click’ prendo la penna e scrivo e questo potrebbe stupire perché ormai più nessuno scrive nella maniera tradizionale. Forse l’inchiostro i nostri figli nemmeno lo conoscono. Il pennino e il calamaio, questi sconosciuti, appartengono all’epoca dei dinosauri, come scherzosamente mi collocavano i miei figli. E dire che di anni ne ho solo 50 che per far sembrare meno pesanti , a chi me lo chiede, dico ‘25 x 2’.
Ma tornando al mio pennino e calamaio, diventati una penna a sfera e carta bianca comune, abbandonata la macchina da scrivere, eccomi a scarabocchiare il foglio col cuore in mano, con i sentimenti messi a nudo e con le emozioni che un messaggio con il telefonino o più modernamente con Whatsapp non si riescono più a trasmettere. Non ho ancora deciso come inizierà la mia lettera, anche se dentro di me il soggetto a cui inviarla è ben chiaro. Sicuramente sarà rivolta a colui che, in una notte, mi ha tolto una parte di vita, strappandomi i ricordi più cari buttandoli al vento come carta straccia.
Sarà rivolta a colui che con violenza ha rubato attimi di felicità, a colui che senza vergogna è entrato nella mia sfera personale, così delicata, così vulnerabile, così pulita e l’ ha fatta sua per pura cattiveria. La mia lettera comincerà con ‘caro ladro’ tu che ti sei introdotto di notte a casa mia frugando tra le mie cose, toccando i miei oggetti personali e non trovando niente di valore hai pensato di appropriarti di una macchina fotografica lasciata sulla scrivania per essere subito pronta a catturare un attimo, un’ espressione, un sorriso. Il sorriso di mio figlio.
E poi? Cosa ne è stato delle foto? In mano a chi sono finite? Ora quelle foto sono perse per sempre, immagini che non torneranno più, la mia memoria si sforza ma non riesce a riportare a galla ricordi lontani. Immagini che solo a me davano emozioni e a nessun altro. Immagini di mio figlio che non torneranno mai più, come non tornerà mai più mio figlio morto tragicamente pochi mesi fa. Caro ladro come posso perdonarti? Tu non hai colpa per la morte di mio figlio ma col tuo gesto lo hai fatto morire una seconda volta. Caro ladro questa lettere è come se fosse stata scritta da tutte le mamme del mondo alle quali tu hai tolto oggetti carichi di valori affettivi , poco importanti per te ma molto significativi per noi.
Caro ladro, ci sono mamme a cui restano solo i ricordi ed io non posso perdonarti. Dedico queste semplici parole a tutte le mamme, le mogli e le figlie che come me ogni giorno guardano fuori dalla finestra aspettando un ritorno che non ci sarà più. Ovunque voi siate noi siamo con voi e voi con noi.