Cesena, 20 giugno 2017 - La mamma paladina dei vaccini curerà la campagna della Regione per sensibilizzare i genitori a proteggere i propri figli dalle malattie infettive in età pediatrica. La cesenate Alice Pignatti, fondatrice dell’associazione ‘IoVaccino’, infatti, ha vinto una borsa di studio dal valore di 9.216,59 euro messa a bando dall’Asl di Bologna nello scorso aprile. Obiettivo: promuovere attività nell’ambito del progetto ‘Azioni innovative di comunicazione per aumentare l’adesione alle vaccinazioni pediatriche’.
E’ stata proprio la Pignatti, dopo una dolorosa esperienza familiare, a lanciare negli scorsi mesi una petizione online che ha raccolto circa 40mila adesioni, dando il là alla legge regionale che rende obbligatorie le vaccinazioni per essere iscritti all’asilo, poi adottata anche a livello nazionale tra le immancabili proteste e polemiche.
L’assegnazione è finita nel mirino del Movimento Cinque Stelle che oggi ne chiederà conto all’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi. «Non abbiamo niente contro la Pignatti e rimaniamo favorevoli alla diffusione dei vaccini – premette Raffaella Sensoli, capogruppo dei ‘grillini’ che, però, avevano votato contro la legge regionale definendo «la coercizione come una strada sbagliata» – , ma c’è un enorme problema di trasparenza e correttezza da parte della giunta del presidente Bonaccini».
A partire dal bando che «fa acqua da tutte le parti». Tra i requisiti, infatti, si chiedono come vincolanti una «laurea magistrale al Dams» ed «esperienza documentata in progettazione di campagna di comunicazione in tema di vaccinazioni».
La Pignatti (che di professione è art director) li possiede entrambi, avendo anche curato, sempre per la Regione, nel 2015 la ‘guida intergalattica per genitori dubbiosi IoVaccino’, tanto da essere risultata l’unica partecipante al bando. «Non riusciamo a capire cosa abbia a che fare una laurea al Dams con la divulgazione e la comunicazione scientifica», prosegue la Sensoli: «Così si fanno fuori in un colpo solo i laureati in Medicina e gli esperti di divulgazione scientifica». Non solo: «Con l’istituzione di una borsa di studio vengono escluse anche le agenzie di comunicazione».
Insomma, per la capogruppo M5s, «questo bando sembra essere stato cucito a misura della Pignatti, una persona di cui rispettiamo le battaglie, ma puntiamo il dito contro questo modo di elargire contributi da parte della giunta regionale che finisce solo per aumentare ancora di più il grado di sfiducia dei cittadini verso la politica».
Solo poche settimane fa anche il segretario del Pd Matteo Renzi aveva voluto salutare di persona la Pignatti che nei giorni scorsi ha anche partecipato insieme al governatore Bonaccini a ‘TerrazzaPd’, il programma online di approfondimento dei dem. In queste ore la notizia che la Pignatti fosse l’assegnataria della borsa di studio si è sparsa anche sulla rete, dove è stata oggetto di post offensivi da parte di utenti e gruppi no-Vax, comprese accuse, offese e persino minacce personali.