Cesena, 23 ottobre 2016 - Una perizia psichiatrica su Michele Castaldo, l’uomo che la sera del 4 ottobre scorso ha strangolato la fidanzata. La chiederà il suo avvocato difensore, Monica Castiglioni, in virtù del fatto che l’uomo era già stato in cura al Cim (Centro di igiene mentale) di Cesena, dopo avere tentato il suicidio con il gas nella sua casa di Gambettola, rischiando di far saltare in aria l’intera palazzina. Lo stato di infermità mentale potrebbe salvarlo dall’ergastolo.
Castaldo, rinchiuso nel carcere dei Casetti, ha inoltre ripreso lo sciopero della fame e della sete. Un modo, manda a dire, per soffrire così come ha fatto soffrire gli altri, ma anche una sorta di appello ai suoi familiari che l’avrebbero abbandonato al suo destino.
Il delitto si era consumato in un appartamento di via Dante, a Riccione. La vittima, Olga Matei, 46 anni, di origini moldave, lavorava come impiegata in un negozio di ottica e aveva una relazione con Castaldo solo da pochi mesi. Una storia che la donna, madre di una bimba di 10 anni, era però decisa a chiudere, sfinita dalla gelosia ossessiva dell’uomo che non sopportava nemmeno gli sms che gli amici le mandavano sul cellulare.
Quel pomeriggio Castaldo era tornato a Riccione, deciso a convincerla a non chiudere. Prima di partire si era consultato con la maga, a cui si rivolgeva abitualmente, la quale gli aveva raccomandato che se fosse rimasto calmo, sarebbe andato tutto bene. Ma le cose erano andate diversamente. A sentir lui, Olga si era rifiutata di starlo a sentire, e in preda a un momento di rabbia le aveva stretto le mani intorno al collo, fino a quando lei non aveva cominciato a rantolare.
Quindi le aveva versato in bocca dell’En, e l’aveva lasciata morire. Dodici ore dopo aveva avvertito la maga che aveva ucciso la donna e che si sarebbe suicidato. Lei aveva allertato subito i carabinieri che avevano trovato Castaldo intontito da vino e Aulin, ma non in pericolo di vita.