Cesena, 30 agosto 2010 - A centottanta all’ora sullo Spino, strada d’accesso principale al santuario della Verna per chi proviene dalla Valtiberina, a sprezzo del pericolo per sè e per gli altri. Sono diventati una mattanza, sabato pomeriggio, i controlli della guardia forestale lungo quella strada montana.

Nel giro di venti minuti di rilevamenti con l’autovelox, sono state ritirate 20 patenti, altrettanti sono stati i verbali redatti con relativa sanzione di ottocento euro, quattro motociclette sono state sequestrate perché i proprietari, per sfuggire ai controlli, avevano messo la targa in orizzontale rendendola illeggibile. E’ ormai una costante in questa estate spericolata di motociclisti che, come api sul miele, accorrono sull’Appennino per dare vita a insensate gare di velocità estrema.

Se sabato si è probabilmente toccato il fondo, a ogni fine settimana risulta salatissimo il bilancio delle infrazioni rilevate dai forestali del nucleo operativo speciale di Arezzo, un reparto di professionisti delegato ai controlli su strada della circolazione dei motoveicoli. Funzioni nuove e importanti che non si limitano solo allo Spino ma che vengono svolte anche in altri passi montani: Viamaggio e Bocca Serriola sul versante umbro. Ma torniamo alla tonnara di sabato. Sei i gruppi di motociclisti, provenienti da Arezzo, Rimini, Cesena e San Marino, incappati nei controlli che avvengono secondo una procedura di sicurezza in tre fasi: nella prima il telelaser rileva l’eccesso di velocità, trasmettendo i dati, nel giro di alcuni secondi, a una postazione di agenti ferma un paio di chilometri più avanti. Ma c’è una tappa intermedia, ovvero un’auto di guardie forestali a metà strada che con una bandiera avverte il motociclista consentendogli di decelerare, per non essere costretto a una brusca frenata a centottanta all’ora al momento del blocco.
 

Sempre le stesse le modalità di questa specie di roulette russa: le moto, in gruppo, salgono a tutta birra sui tornanti fino al bar che si trova sul passo. Da lì, i motociclisti si ritufanno a valle, con partenze distanziate di pochi secondi l’una dall’altra. Intuibile il pericolo: la strada (dove tra l’altro si svolge tradizionalmente una cronoscalata sportiva per automobili) è piena di tornanti e a quella velocità è indispensabile tagliare le curve senza sapere chi c’è nell’altro senso. E ci potrebbe essere chiunque: auto, bus di pellegrini che salgono verso la Verna, ciclisti, pedoni che passeggiano, mezzi agricoli. Strada ad alto rischio, dunque. Oltretutto i guard rail non sono a doppia onda e questo significa che in caso di urto la moto ci passa sotto: cosa possa accadere a chi la guida, è facile immaginarlo.
 

Insomma, una situazione che i residenti nella zona, molto limitati nei movimenti nel fine settimana, giudicano intollerabile, tanto è vero che più delegazioni si sono presentate per protestare alle postazioni della guardia forestale. Come mai, ci si chiede ad esempio, non è stata installata una segnaletica verticale che annuncia il rilevamento elettronico della velocità, così come ormai avviene in quasi ogni strada? Potrebbe almeno servire da deterrente. Da deterrente, per fortuna, funzionano i servizi della forestale: non ci sono stati morti da quando hanno avuto inizio con regolarità. Ed è un sucesso, in una strada dove a ogni curva c’è una lapide.