Bologna, 1 ottobre 2017 - Si sono incontrati sul sagrato di San Petronio, appena una stretta di mano ma è stato comunque un incontro molto significativo. Ed ecco il testo integrale della lettera che Yassine Lafram, coordinatore della Comunità Islamica di Bologna, ha consegnato a papa Bergoglio:
"Sua Santità Papa Francesco, è con immenso piacere che la Comunità Islamica di Bologna accoglie la Sua visita nella nostra città. Seguiamo con interesse e attenzione il Suo operato e non possiamo che condividere posizioni come quelle da Lei espresse sul tema della povertà e dell’accoglienza, e sulla necessità di una riforma sociale, oltre che di una difesa dell’ambiente che implichi una riforma radicale nell'approccio al rapporto tra uomo e Creato.
Sentiamo anche noi nostri il dovere di sostenere i giovani dando loro spazio e opportunità, il dovere di contribuire a una riforma sulla legge della cittadinanza e il diritto di vivere ciascuno la propria fede nella pratica quotidiana. Su questi ed altri temi è impegnata la Comunità Islamica di Bologna. Una comunità storica, radicata e affezionata al territorio bolognese che ogni giorno, a partire dalla vita quotidiana fino ai livelli più organizzati, rende omaggio alla città contribuendo a vivificarla e a farla crescere in ogni suo aspetto.
In particolare, il percorso intrapreso sulla via del dialogo interreligioso che ci ha permesso di instaurare ottimi rapporti con le comunità religiose della città, in primis con la Chiesa locale, nella persona di S.E. Mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna. Lo facciamo convinti della necessità di costruire ponti per permettere a tutti di ascoltare ed essere ascoltati. Mai come oggi è necessaria una forte operazione culturale che spinga le persone a cercare nell’altro se stessi, perché l’incontro con l’Altro, tanto temuto da molti, è uno sforzo per cercare risposte alle domande spesso celate nel profondo di ognuno.
Domande che, se non trovano risposte, diventano terreno fertile per sentimenti come la paura, la diffidenza e - in casi estremi - anche la violenza. Per questo crediamo nella parola di Dio, che conferma la voluta creazione della diversità fra i popoli, e che implica per ciò una naturale pluralità umana. Da qui l’invito a conoscerci a vicenda come miglior via di pace. In tempi bui come quelli che stiamo vivendo, l’intolleranza cresce. Vogliamo così metterci in prima linea per contrastare questi mali nati dal deprezzamento del valore della vita e da una concezione del mondo che mette al centro delle priorità il denaro, tralasciando ogni etica e morale.
Come musulmani, vogliamo lavorare per contrastare ogni forma di mistificazione del vero significato dell’Islam, la religione del saluto che augura la pace. Il tradimento del messaggio divino e profetico è inaccettabile. Condanniamo ogni forma di violenza e ci impegniamo a contrastarla con tutti i mezzi a nostra disposizione. Rifiutiamo ogni forma di strumentalizzazione religiosa, così come rifiutiamo ogni forma di strumentalizzazione che fomenti odio, razzismo e, nel nostro caso specifico, islamofobia.
Santità, ci riconosciamo tutti figli di uno stesso padre, Abramo, che ci ha insegnato il valore della fiducia, della pazienza e dell’amore. Per questo ci appelliamo alla Sua capacità di ascoltare e di esprimere ciò che è giusto dire per il bene dell’umanità.
“...Abbiamo onorato i figli di Adamo...” Corano 17:70