Bologna, 18 maggio 2017 - E adesso è guerra. La pax al Comunale è durata il tempo di un battito d’ali, ora il caso che riguarda Ezio Bosso e i 51 professori dell’Orchestra del Comunale, assume toni molto pesanti con la discesa in campo del sindaco e presidente della Fondazione Teatro Comunale, Virginio Merola.
«Abbiamo lavorato per il rilancio del Teatro Comunale e con buoni risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Devo prendere atto che, ancora oggi, una parte dell’orchestra pensa più ai propri interessi personali che a contribuire al successo e al pieno rilancio del Teatro Comunale. Considero inaccettabili le umiliazioni che si vorrebbero infliggere al maestro Ezio Bosso, un direttore d’orchestra di fama internazionale che da novembre a oggi ha messo le sue capacità al servizio del Teatro e della città. Il suo talento e il suo lavoro non possono essere sottoposti a iniziative come quelle della lettera dei 51 orchestrali. A questo punto è necessario un chiarimento radicale. Non è mia intenzione rinunciare alla collaborazione del maestro Bosso e intendo perseguire le condizioni perché questa possa finalmente realizzarsi in pieno.
Non ritengo altresì opportuno che l’orchestra partecipi alle prossime iniziative previste sotto la direzione del maestro Bosso. E questo pur esprimendo rammarico per le professionalità e le maestranze del Teatro, che loro malgrado sono state coinvolte e che avrebbero voglia di fare e di fare di più».
Il sindaco poi sottolinea in 5 punti cosa per lui è opportuno e urgente. «Che il cda del Teatro comunale si doti di un direttore del personale con pieni poteri; che si giunga a un definitivo chiarimento sul ruolo della Filarmonica rispetto agli interessi generali del Teatro Comunale; che si realizzino le condizioni perché tutti collaborino per lo stesso obiettivo: aprire il Teatro Comunale alla città e al mondo; che ognuno si assuma le sue responsabilità e che il cda del Teatro sia unanime su questa impostazione; che di tutto questo si discuta con urgenza nel prossimo Consiglio di Indirizzo, nel quale confermerò piena fiducia al sovrintendente Nicola Sani».
Perplessi e disorientati i musicisti firmatari. «Noi abbiamo scritto una lettera molto educata e corretta, che non umiliava in nessun modo il maestro Bosso al quale ribadivamo il nostro apprezzamento. Quello che volevamo sottolineare da ‘cittadini’ – tanto che non ci siamo nascosti soto il cappello di alcuna organizzazione sindacale – è, come riportato dal Carlino domenica scorsa, che forse lo stesso maestro Bosso è stato tratto in inganno da alcuni lavoratori che con lui hanno millantato di parlare a nome di tutta l’orchestra. Invitiamo a rileggersi con attenzione il testo della lettera. Certo questa reazione virulenta è sospetta: forse la nostra lettera dai toni civilissimi è stata usata come miccia per fare deflagrare delle tensioni che covavano da tempo sotto la cenere. Comunque sindaco e sovrintendente decideranno cosa fare».
Ora si tratterà di capire cosa accadrà il 5 giugno sul palco che sarà montato in piazza Maggiore dove Ezio Bosso avrebbe dovuto dirigere l’orchestra del Comunale per l’apertura del G7 dell’ambiente. La frase di Merola («Non ritengo altresì opportuno che l’orchestra partecipi alle prossime iniziative previste sotto la direzione del maestro Bosso») parla chiaro.
E stasera al Comunale va in scena il Peter Grimes, lo spettacolo deve continuare.