Bologna, 14 aprile 2014 - Con i suoi 342.626 visitatori (il 5% stranieri) la “Ragazza con l’orecchino di perla” ha portato a Bologna un indotto turistico da circa cinque milioni, con 15.943 camere affittate in piu’ durante i 107 giorni della mostra.
Complessivamente, Genus Bononiae stima una spesa turistica totale (compresi i visitatori ‘mordi e fuggi’ e i circa 125.000 bolognesi che hanno pagato il biglietto per Palazzo Fava) di 27 milioni di euro, che genererebbero in un contesto come quello emiliano-romagnolo un impatto economico della mostra di addirittura 89 milioni.
“A differenza di cio’ che ancora qualcuno pensa, l’impatto economico, diretto ed indiretto, si puo’ misurare. Queste cifre non sono il frutto di fantasie”, assicura il presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi Monaco.
Ma ovviamente, per quanto la mostra sia andata bene anche rispetto ad altre citta’ che hanno ospitato il tour della “Ragazza” (“siamo andati meglio di New York, San Francisco e Atlanta”, sottolinea Marco Goldin, il direttore di “Linea d’ombra” che ha curato l’evento), non ci si poteva aspettare un bilancio in attivo per la mostra che ha chiuso con un ‘rosso’ di 550.000 euro da parte di Genus Boloniae.
Gli “investimenti” degli organizzatori sull’evento sono stati di 1,7 milioni di euro (Carisbo ha versato a Genus Bononiae 1,4 milioni ma anche Intesa SanPaolo ha sponsorizzato l’evento in proprio). In piu’, resta il mistero di quanto sia costato avere in prestito le opere dal Mauritshuis. “Siamo vincolati da un segreto di contratto”, glissa Goldin. Conti a parte, la convinzione degli organizzatori e’ che ne valesse la pena.
Di un “effetto speciale, ma prolungato” parla il direttore generale di Ascom Giancarlo Tonelli, secondo cui i benefici per l’indotto dureranno nel tempo. Per l’assessore comunale al Turismo Matteo Lepore, “dopo tanti anni Bologna e’ riuscita a tornare sulle mappe delle relazioni internazionali e del turismo”. Di “successo straordinario” parla anche il presidente della fondazione Carisbo Leoni Sibani, l’unico pero’ a non sbilanciarsi su un eventuale bis. Roversi Monaco, che cita lettere di ringraziamento arrivate da ristoratori e proprietari di autorimesse, chiarisce che una ripetizione di evento simile sara’ possibile solo con l’aiuto di Carisbo. “Sibani e’ molto prudente, ma non ha detto che non si fara’”, sottolinea l’ex rettore dopo che Sibani ha lasciato anzitempo la conferenza stampa.
Ma anche Roversi Monaco e’ consapevole che una grande mostra come quella di Vermeer richiede “una gestazione come minimo biennale”. Oltretutto avere un’opera nota come la “Ragazza” e’ stata una “chance irripetibile, a meno che non riusciamo a far spostare la Gioconda”. In ogni caso la mostra di quest’anno ha dato un impulso anche agli altri musei del circuito Genus Bononiae: 202.763 visite oltre a Palazzo Fava, con un vero boom in Santa Maria della vita (+202%) e San Colombano (+107%).
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