Bologna, 18 ottobre 2011 - AL BAR SPORT non si viene per un caffè fugace, ma per restare. Con le porte aperte sulla piazza principale, il bar si fa ritrovo di amici che, senza quel luogo che li accoglie, si sentirebbero soli. Quasi un rifugio, in cui accade un po’ di tutto, e dove si fanno strane conoscenze. Una cinepresa puntata su questo pezzetto di mondo nascosto, e prende corpo un film. Un film comico, popolare, che racconta la provincia di ieri e ancora, in qualche raro caso, quella di oggi.

TRATTO dal libro “Bar Sport” di Stefano Benni, l’omonimo film (guarda il trailer), che esce il prossimo 21 ottobre, per la regia di Massimo Martelli, ci riporta alla vita di un paesino nel bolognese negli anni Settanta. Alla vita dentro il suo Bar Sport, dove transitano, anzi soggiornano, un “tuttologo” che tutto sa e tutto conosce, interpretato da Claudio Bisio, un playboy che racconta le sue improbabili avventure (Teo Teocoli), due signore pettegole e perfide (Lunetta Savino e Angela Finocchiaro), l’inventore che insegue il record del flipper, l’innamorato depresso e via dicendo. Tanti protagonisti per una commedia dal sapore nuovo, intramezzata da cartoni animati ed effetti speciali, quasi surreale, che lo stesso Benni definisce «piacevole perché mai volgare».
«Portare al cinema un libro è sempre un tradimento da compiere ma questa volta abbiamo voluto tradire il meno possibile – spiega il regista – abbiamo voluto sottolineare un mondo in cui c’è ancora il piacere di raccontare e di ascoltare, quel piacere che ora è delegato soprattutto al televisione».

«E’ DAVVERO un film unico – commenta Claudio Bisio (guarda le foto della presentazione) – e mi auguro che sia l’inizio di un nuovo ramo della cinematografia». L’originalità la fanno i personaggi, che non hanno età: «Ne esistono simili anche oggi – spiega ancora Bisio – perché la loro anima è ancora attuale anche se il bar ha cambiato nome». «Già si chiama in modo diverso – dice Giuseppe Battiston, che nel film interpreta il barista tirchio – ma esiste ed è il posto dove si va a vedere la partita. Probabilmente non morirà mai». Molti ancora sono i frequentatori dello storico bar: gli incalliti giocatori di carte, Elvira “lire tremila” dall’inequivocabile mestiere, il “cinno” che sogna di diventare un campione del ciclismo, il vecchietto che passa la giornata davanti alla televisione o il professore che dà i voti al lato “b” delle ragazze. Una grande famiglia in un piccolo paese di provincia.

«PORTARE al cinema la comicità di uno scrittore come Benni è una scommessa - dice ancora Claudio Bisio - se andrà bene vorrei provare a realizzare il sogno di un film anche da Daniel Pennac, sono 10 anni che ci provo. Pennac di regola non concede più diritti dopo il film tratto da “La fata carabina” ma a me, che l’ho recitato anche in teatro, li ha dati per un fatto di empatia. Il mio sogno è trasporre “Il paradiso degli orchi”, sarebbe un’avventura fantastica».