
Antenne, immagine di repertorio (Alcide)
San Giorgio di Piano (Bologna), 1 novembre 2015 - Cancelli automatici che non si aprono oppure portoni dei garage che al contrario rimangono inspiegabilmente spalancati. Ma anche auto e scale elettriche per disabili che non funzionano bene e citofoni che vanno in tilt. Un caso quello delle vie Montefiorino, Cassino, Don Minzoni e Boves, a San Giorgio di Piano, che potrebbe interessare Capitan Ventosa, il curioso inviato di ‘Striscia la notizia’, esperto di interferenze di tipo elettromagnetico. Si parla di 90 famiglie interessate da un disagio che ormai va avanti da quindici giorni ininterrottamente e che in precedenza si verificava saltuariamente. Nonostante non sia stata ancora identificata l’origine dell’interferenza, i residenti hanno comunque sporto denuncia al comando della polizia municipale. «Abbiamo chiamato i tecnici per capire da cosa dipendessero i guasti – sottolineano – e quindi abbiamo sostenuto delle spese».
Il portavoce Augusto Tinti descrive il quotidiano calvario: «Fra di noi ci sono degli anziani che, in caso avessero bisogno dell’ambulanza – spiega –, dovrebbero fare i conti con il problema del cancello che non si apre. Senza contare le auto che restano aperte o non si chiudono anche utilizzando la chiave». Tinti racconta un episodio accaduto di recente: «Un medico si è recato da un’anziana per visitarla usando l’auto elettrica – continua –. Al ritorno la vettura parcheggiata non ha ha più voluto saperne di ripartire. Ci sono alcuni di noi, poi, che hanno parenti disabili e le scale elettriche non funzionano. C’è chi, del resto, ha il garage con il basculante elettrico e non riesce a utilizzarlo». In paese c’è chi ormai lo definisce il ‘Triangolo delle Bermude’ e alcune famiglie stanno pensando di promuovere una class action contro le interferenze. Una signora lancia un sos: «Ho il cancello automatico e mia madre è molto malata. In caso ci fosse bisogno di un’ambulanza potrebbe non aprirsi. Il cancello è di ferro e pesa tantissimo. Al punto che non sarei in grado di sbloccarlo». Un altro residente riesce con un dispositivo a intercettare l’interferenza: «Purtroppo con la mia strumentazione non riesco a individuare l’origine. Si tratta comunque di un’onda potentissima che a mio avviso, potrebbe essere nociva anche per la salute».
Peccato che la fonte resti ancora misteriosa. Fra gli abitanti c’è chi teme conseguenze per le persone che hanno sostenuto interventi al cuore. «Non si sa cosa potrebbe succedere a chi ha un pacemaker – sottolinea una signora –. E se l’apparecchio si fermasse? È necessario individuare l’origine dell’interferenza prima che succeda qualcosa di grave». La class action avrebbe l’obiettivo di chiedere un risarcimento danni. «Abbiamo già interpellato un legale di fiducia – conclude una signora – e siamo pronti a fare tutto il possibile affinché ci vengano restituiti i soldi spesi. Fra di noi c’è chi ha chiamato anche 5 o 7 volte dei tecnici. La risposta? Sempre la stessa da parte di tutti: ‘c’è una forte interferenza’».