Bologna, 20 novembre 2015 - La preside della scuola delle Maestre Pie dell'Addolorata di Bologna, accusata di lesioni colpose per non aver impedito a uno studente di 13 anni, convocato in presidenza, di salire sulla finestra del e di gettarsi nel vuoto, è stata assolta in appello. L'episodio risale al 5 novembre 2009. Ne ha dato notizia il suo difensore, avvocato Luca Sirotti. Suor Stefania, al secolo Calogera Vitali, è stata assolta «con formula piena» dal giudice Nadia Buttelli del tribunale, dove si tiene il secondo grado dei processi davanti al giudice di pace. Nel maggio 2013 la religiosa era stata condannata a 24 giorni di permanenza domiciliare (nei fine settimana per tre mesi di fila), e a risarcire con 25 mila euro il danno morale del fratello maggiore del ragazzino, più le spese processuali.
Il tredicenne rimase alcuni mesi in coma. «Pur non essendo ancora note le motivazioni della sentenza», scrive l'avvocato Sirotti in una nota, il giudice «ha accolto i motivi d'appello» della difesa, «nel quale si sosteneva l'evidente, totale innocenza di Suor Stefania dalla gravissima accusa rivoltale. In particolare, contrariamente a quanto sostenuto dal Pm, la condotta della preside fu improntata ad attenzione e sollecitudine nei confronti degli alunni che le erano stati affidati nella sua funzione educativa». «Il gesto estremo del ragazzo - prosegue il legale - fu del tutto inaspettato e imprevedibile e Suor Stefania non poté fare nulla più di quanto in effetti fece. Si rimedia così alla gravissima ingiustizia che Suor Stefania subì all'esito del processo davanti al giudice di pace». Il ragazzo era stato convocato in presidenza per dare spiegazioni su delle sigarette, restò in ufficio, insieme a un compagno; a un certo punto chiese di poter aprire la finestra e si buttò. La preside era affacciata sul corridoio