Sala Bolognese (Bologna), 14 ottobre 2013 - Sei mesi fa erano impacchettate dentro a due scatole di cartone, avvolte nello scotch. La settimana scorsa, le sei tartarughe salvate a Bologna dal Corpo forestale dello Stato ad aprile sono state liberate nel ‘loro’ mare, in Sardegna. A raccontare la vicenda sono le stesse Guardie forestali, in un comunicato diffuso oggi. L’operazione “rientra in una più ampia attività di contrasto al prelievo e al commercio illegale di tartarughe che dalla Sardegna vengono smistate in numerose regioni d’Italia – spiegano - una testuggine può avere un valore che va da diverse centinaia ad alcune migliaia di euro: si segnala un caso limite in cui un raro esemplare albino sarebbe stato venduto a 10.000 euro”.
In genere, gli animali vengono “prelevati in aprile-maggio, quando escono dal letargo invernale, e vengono spediti in pacchi postali completamente chiusi senza né cibo né acqua, in viaggi che possono durare anche giorni”. Proprio in queste condizioni le sei tartarughe salvate sono state intercettate dal Corpo forestale nell’aprile scorso, nella sede di una società di spedizione nel Comune di Sala bolognese.
Dentro due pacchi di 30 centimetri (più o meno una scatola da scarpe), erano contenute quattro esemplari di “Testudo marginata” e un esemplare di “Testudo hermanni”, provenienti dalla Sardegna.
Ogni tartaruga era avvolta da nastro per pacchi per impedire i movimenti delle zampe. I pacchi non avevano scritte che indicassero il loro contenuto, né avevano aperture per il passaggio dell’aria. Un evidente caso di maltrattamento di animali, sottolineano le Guardie forestali. Le tartarughe sequestrate sono state affidate in custodia giudiziale al Centro tutela e ricerca della fauna esotica e selvatica di Monte Adone, vicino a Brento, sull’Appennino bolognese.
Pochi giorni dopo il primo ritrovamento, sempre in aprile, il Corpo forestale ha sequestrato, sempre nella stessa società di spedizioni, un altro esemplare di “Testudo marginata”, sempre proveniente dalla Sardegna e sempre imballato dentro un pacco postale. “Il fatto che fossero diversi sia il mittente sia il destinatario - spiegano le Guardie forestali in una nota - e che la città di destinazione si trovasse dalla parte opposta della Penisola rispetto al caso precedente, ha consentito di ipotizzare che non vi fossero correlazioni tra le due spedizioni. Tanto più che proprio in questo periodo, all’uscita degli animali dal letargo invernale, in genere si ha la maggiore concentrazione di traffici di questo tipo”.
Anche per la sesta tartaruga è stato seguito l’iter degli altri esemplari e nel settembre scorso, con l’autorizzazione delle autorità giudiziarie, il Corpo forestale ha organizzato il ritorno delle testuggini nel proprio ambiente naturale. La reintroduzione delle cinque “Testudo marginata” è avvenuta l’8 ottobre in una località nel Comune di Olbia, in un ambiente in tutto simile a quello da cui le tartarughe, a cui è stato inserito uni microchip, erano state prelevate. L’esemplare di “Testudo hermanni”, invece, è stato rilasciato il giorno seguente in una località vicino Sassari, in un territorio a lei più congeniale.
Fonte Dire
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