Bologna, 12 gennaio 2013 - A VOLTE ritornano. Anche i gatti. È la storia di Tigre che durante le festività natalizie ha percorso 150 chilometri per riabbracciare la sua padrona, Sabrina Nacci, ambulante del mercato di Molinella. Il micio, un gatto comune di tre anni, giocherellone e vispo, dal pelo grigio scuro e dagli occhi gialli, si è infilato nel furgone di un collega della donna, Gaetano Fruttarolo, ed è arrivato fino a Menà in provincia di Verona. Soltanto all’arrivo, l’ambulante si è accorto che per tutto il viaggio aveva avuto compagnia. Ma quando ha cercato di afferrare Tigre, il gatto è scappato facendo perdere le sue tracce nella campagna.
 

FRUTTAROLO ha avvertito la padrona che, abita a Villa Pianta di Alfonsine nel Ravennate, scusandosi per non essere riuscito a prenderlo. I giorni passavano e gli ambulanti del mercato che considerano Tigre la loro mascotte hanno iniziato a perdere le speranze. E, invece, dopo tre giorni e dopo aver percorso oltre 100 chilometri Tigre è tornato a casa. La padrona Sabrina ha sentito grattare la porta e dietro c’era lui. Dimagrito di due chili, arruffato, e con il pelo bagnato. «Ho sentito un miagolio — racconta la donna — mi sono avvicinata ed era proprio lì».
 

L’ANIMALE si è subito tuffato fra le braccia di Sabrina dove ha ritrovato tutte le cure amorevoli di cui aveva bisogno. «Gli abbiamo dato i suoi croccantini preferiti», sottolinea la padrona. E mentre racconta, lo coccola e lo appoggia sulle spalle, intorno al collo. «Poi dicono che i gatti non si affezionano — dice —. Si affezionano eccome. E sono capaci di percorrere anche centinaia di chilometri».
 

COME nella favola di Pollicino, Tigre ha ritrovato le coordinate di casa partendo da Menà a Verona e arrivando a Villa Pianta nel Ravennate. Istinto, fortuna, olfatto, capacità di memorizzare oppure amore estremo per la sua padrona? Un mistero e tante teorie. Sabrina ha la sua: «Parliamo di sensi e di capacità che sono fuori dalla nostra comprensione», spiega.
Fruttarolo quando ha ricevuto la telefonata della collega che le raccontava del ritorno di Tigre è rimasto sbalordito. «Come ha fatto ad attraversare il ponte del fiume Po? Senza contare l’autostrada. È davvero un miracolo. Avevo consegnato delle sedie a Sabrina — aggiunge — e c’erano degli scatoloni vuoti. Quel giocherellone deve essersi intrufolato. Non è la prima volta che mi accorgo di avere dei gatti a bordo». Si direbbe che quella di Tigre sia una vera fiaba. «L’amore — aggiunge Sabrina — e la fedeltà di un animale nei confronti del padrone. L’importante è che dopo mille avventure ho potuto riabbracciarlo. Il mio Tigre è un un gatto speciale». Con il cuore come un Gps.

Matteo Radogna