Budrio (Bologna), 26 aprile 2012 – A Budrio Beppe Grillo, davanti ad una piazza Filopanti gremita (circa 2mila i presenti), ha rispolverato un celebre motto di Totò ('Vota Antonio, vota Antonio') per appoggiare la candidatura di Antonio Giacon del Movimento Cinque Stelle. “Ho conosciuto oggi il candidato e la lista di Budrio. Questa è vera democrazia: loro si sono scelti la squadra per partecipare alla elezioni del 6 e 7 maggio e anche il programma”.
Grillo ha poi attaccato il Comune di Budrio per il progetto del centro commerciale sottolineando “che bastano i negozi del paese” e bocciando l’impianto a biomasse a Mezzolara che “è l’esempio di una politica senza idee che, ad esempio, costruisce inceneritori e impianti a biogas”.
Sul palco, poi, sono intervenuti gli esponenti locali dei grillini che hanno attaccato, ad esempio, il Comune sui 68 bambini in lista d’attesa alla materna e sul fatto che invece, di cementificare Budrio sarebbe stato meglio costruire delle scuole.
Infine, il comico genovese ha svicolato sull’espulsione del ferrarese Valentino Tavolazzi e, oltre ai giornalisti, ha rimpallato addirittura un militante che gli chiedeva di fare chiarezza sulla vicenda. Il tutto si è consumato in serata, alla fine del comizio-show.
Sceso dal palco, a chi gli chiede conto dell’espulsione di Tavolazzi, avvenuta ormai due mesi fa, Grillo ribatte: “Ma lui non era nel movimento, il suo progetto per Ferrara é un’altra cosa”. Grillo, alle varie sollecitazioni dei cronisti, dopo pochi minuti aggiunge: “Io ho la responsabilità del movimento e del simbolo per garantire che chi entra é incensurato. Ho un magazzino pieno di fedine penali e certificati di residenza, un minimo di controllo qualcuno lo deve fare”.
Poi, arrivato al suo camper, Grillo é stato intercettato da un militante, Davide Zannoni, che gli ha chiesto di nuovo di Tavolazzi e lo ha invitato a chiarire la vicenda. Il comico genovese, però, non ha risposto, limitandosi a dire: “Stiamo andando benissimo, continuate pure così che andremo meglio”.
Amareggiato il commento di Zannoni: “Grillo nasconde la testa sotto la sabbia, ma il movimento non dovrebbe avere scheletri nell’armadio. Tutti ci attaccano per l’espulsione di Tavolazzi, un motivo c’é, ma Grillo non lo vuole dire”.
Nel mirino del 'detonatore' sono finiti, ovviamente, anche protagonisti della politica nazionale. A cominciare dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Questo presidente dei partiti, che per sbaglio chiamiamo presidente della Repubblica - attacca Grillo - non può parlare di antipolitica. Siamo un movimento con 130 eletti: è contro la Costituzione, deve essere superpartes”. Anche perché, ha aggiunto, “i nostri sono eletti dai cittadini, lui no”.
Il premier Mario Monti, poi, "è un “freddo bocconiano” che fu “consulente di Pomicino quando il debito pubblico aumento’ del 50%”. “Chiunque dopo Berlusconi andava bene, bastava che non trombasse - attacca Grillo - ma questo è la spietatezza della contabilità, è un freddo bocconiano: se per fare uno più uno uguale due devi smontare tutto lo stato sociale, non gliene frega niente”. Grillo ha aggiunto che Monti “era il consulente di Pomicino” quando la spesa pubblica aumento del 45% e il debito pubblico del 50%”. Secondo Grillo, inoltre, “Monti sta seguendo la stessa strategia di Tremonti: far pagare il debito pubblico con il patrimonio personale della gente”.
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