Bologna, 24 gennaio 2011 - «C’E’ IL SOLE», la prima dichiarazione di Virginio Merola, inseguito dalle tv nazionali, e già questo è un segnale chiaro di come andrà a finire. Il candidato unico del Pd alle primarie del centrosinistra alle 11 di ieri mattina arriva al seggio, stringe mani e bacia le signore, con gli elettori che lo trattano già da sindaco, un po’ sbrigativo così, la strada è ancora lunga. Ma intanto è lui, ex assessore di Cofferati, il vincitore di queste primarie da 28.400 votanti. Ottiene 16.407 preferenze, vuol dire il 58,3% e batte Amelia Frascaroli, cattolica di sinistra, senza tessere e appoggiata da Sel ma anche da Prodi, che si ferma al 36%, con 10.119 voti. Mentre si deve accontentare di 1.594 elettori, il 5,6%, l’altro indipendente Benedetto Zacchiroli, ex collaboratore del Cinese.
«L’INVERNO del nostro scontento è finito, Bologna ha dimostrato ancora una volta di credere nella democrazia — la prima cosa che dichiara Merola quando è passata la mezzanotte e i numeri sono più o meno sicuri —. Abbiamo smentito tutti i Tafazzi». Però subito dopo aggiunge, guardando la sua spalla, Maurizio Cevenini: «Inizia un nuovo lavoro. Dovremo coinvolgere la città in un progetto civico». E parla, finalmente, senza più i timori della vigilia — e del flop che ipotizzavano tutti — il segretario del Pd, Raffaele Donini. Alle 22, quando chiudono i seggi, si contano 28.400 elettori, superata abbondantemente la misura dell’ultima volta, quando andarono a votare in 25mila, era il dicembre 2008 e vinse Flavio Delbono, ma stavolta le primarie erano di coalizione, non del solo Pd. «Risultato straordinario», esulta Donini. Raccolte anche ventimila firme per chiedere le dimissioni di Berlusconi, ai seggi si erano attrezzati anche per quello. Cathy La Torre, giovane coordinatrice di Sel, si mette avanti e guarda già ad altre sfide: «Il dato odierno fortifica la coalizione, dimostrando che non è necessaria alcuna alchimia elettorale con il terzo polo».
MA QUESTO risultato basta a scongiurare la paura delle elezioni vere? Per nulla. Infatti i sondaggisti incalzano i bolognesi anche sul voto futuro, quello che conta per tornare al governo della città. Si fa sentire ancora la ferita del sindaco dimissionario, è stato giusto un anno fa. In coda ai seggi fin dal mattino Flavio il breve è argomento di discussione. C’è chi dice: «L’ho votato perché Prodi diceva che andava bene». L’ex premier, che ieri ha anticipato il rientro dalla Cina per votare, si è presentato verso l’ora di pranzo al circolo Galvani, in centro, con la moglie Flavia. Stavolta non ha rivelato la sua preferenza, anche se la signora Franzoni ha dichiarato apertamente l’appoggio a Frascaroli. Alla domanda sul sostegno a Delbono, la portavoce del Professore, Sandra Zampa, risponde così: «Guardiamo avanti». L’ex premier aggiunge: «Sì, guardiamo avanti ma ci sarebbero tante cose da dire».
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