Bologna, 25 ottobre 2010 - “E’ del tutto evidente che il 5 dicembre non puo’ essere la data di svolgimento delle primarie”. Dopo tre ore di discussione all’interno del suo esecutivo riunito questo pomeriggio in via Rivani, il segretario del Pd di Bologna, Raffaele Donini, chiede una “moratoria” delle primarie per la scelta del candidato sindaco. E’ la prima conseguenze politica, per quanto largamente attesa, del forfait di Maurizio Cevenini, da oggi ex-opzione del Pd per il futuro della citta’. L’esecutivo democratico ha dato “pieno mandato al segretario Donini”, cosi’ recita la nota ufficiale, per affrontare la crisi.
Domani incontrera’ gli altri due candidati scesi in campo e mercoledi’ sera riunira’ la coalizione di centrosinistra “per svolgere una valutazione attenta e motivata della situazione politica”, con l’obiettivo di “stimolare le migliori soluzioni per il bene di Bologna”.
Il Pd non s’impicca per ora a nessuna exit-strategy, anche se a meno di sorprese clamorose le primarie dovrebbero essere confermate, magari per la seconda meta’ di gennaio. “Se escludo la rinuncia alle primarie? Le primarie sono in corso- ricorda Donini ai cronisti che lo interpellano a fine riunione- ma e’ successo un fatto importante che va valutato insieme ai candidati e agli alleati”. Tra l’altro, nel caso di questi ultimi, “le loro valutazioni non mi sembrano del tutto assonanti”. Se infatti l’Idv ha sposato anch’essa la moratoria, Sel frena
Per il Pd, “non e’ successa una cosa di poco conto. Viene meno il candidato del maggiore partito della coalizione, che aveva raccolto le firme da noi e aveva gia’ le 1500 firme degli elettori. Adesso- avverte ancora Donini- c’e’ bisogno di una valutazione politica e organizzativa”, non esclusa una “discussione politica negli organismi dirigenti del partito.
Nel giro di qualche giorno decideremo”.
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