Bologna, 24 giugno 2016 - «Fico è un progetto entusiasmante, perciò con entusiasmo siamo entrati a farne parte». Obolo compreso: sono 5 milioni di euro quelli che l’Enpab, l’ente previdenziale dei biologi presieduto da Tiziana Stallone, ha appena versato nel Fondo Pai, la cassaforte che gestisce il parco agroalimentare in costruzione al Caab e la nuova area mercatale da poco inaugurata giusto di fianco. Biologa nutrizionista, 44 anni, conduttrice de ‘La dolce linea’ su Rai Webradio 8 e spesso ospite nei programmi Rai del mattino, Stallone oltre che dall’investimento, spiega, è attratta «dall’interesse scientifico che, da Fico, si svilupperà per i biologi».
Stallone, i soldi sono pochi: perché spenderli qui?
«Se dal fondo Pai, quindi dal nuovo mercato di Bologna e da Fico Eataly World, arriverà un ritorno economico, ben venga. Ma non c’è solo questo nelle nostre scelte».
Cos’altro manca?
«Siamo biologi, ci occupiamo di problemi e questioni di ampio spettro: dalle colture alla nutrizione, dalla sicurezza alimentare alla ricerca. Per questo motivo i nostri investimenti devono guardare anche agli aspetti scientifici e alla valorizzazione anche internazionale dei nostri campi di applicazione, ripercussioni importanti per la nostra categoria».
Fico in fondo è un parco.
«Certo, ma come sa ci saranno degli spazi dedicati alla ricerca per le varie professioni che come noi hanno scelto di investire nel progetto. Ci saranno convegni, momenti formativi e ci sarà una fondazione scientifica, la Fico Fondation for Education, che svolgerà il vero lavoro a cui siamo interessati, potendo sfruttare l’importanza e la risonanza internazionale che il parco certamente avrà».
Come è venuta a contatto del progetto?
«Ne ho letto sui giornali e mi era sembrato molto interessante. Poi ho saputo del coinvolgimento del professor Andrea Segrè, che spesso ho incrociato in giro per l’Italia, tra convegni e trasmissioni televisive, e che stimo molto. È stata la spinta definitiva per proporre al cda di Enpab la nostra partecipazione al Fondo. Una partecipazione importante».
Cinque milioni, contro i dieci della cassa forense.
«Il nostro è un ente previdenziale molto più piccolo. Ci riferiamo a una platea di soli 14mila iscritti. Per noi, le assicuro, cinque milioni sono una scelta importante, presa senza alcuna leggerezza. A dimostrazione di quanto crediamo nel valore progetto».