Saverio Migliari
Politica

Gay, etero e lesbo: tre spot per una Festa dell'Unità in salsa gender

Tre diverse pubblicità radiofoniche per la kermesse del Pd: donna-uomo, uomo-uomo, donna-donna VIDEO: ascolta gli spot FOTO: la maxi ruota panoramica

La ruota panoramica illuminata della Festa dell'Unità di Bologna (Schicchi)

La ruota panoramica illuminata della Festa dell'Unità di Bologna (Schicchi)

Bologna, 23 agosto 2015 - Radio accesa sulle frequenze locali. Passa una pubblicità di 20 secondi, targata Pd di Bologna. Ecco il botta e risposta: «Tesoro che fai?», «Amore andiamo alla festa e non ho ancora letto il programma», «Guarda, a me interessa sapere della legge che ci riguarda». E le due voci sono entrambe maschili (VIDEO).

Riparte il programma, musica e chiacchiere. Nuova interruzione pubblicitaria, nuovo spottino per lanciare la kermesse politica. «Tesoro, c’è la Festa dell’Unità, hai visto il programma? Ci sono un sacco di dibattiti interessanti». «Beh, a me interessa sapere della legge che riguarda noi e i nostri figli». «Ma parlano anche di quello, poi sanità, ambiente, noi donne». E questa volta le voci sono entrambi femminili. Unioni gay, famiglie lesbiche e adozioni: il tutto condensato in 40 secondi di chiacchiere in radio.

Alla fine c’è spazio anche per la coppia eterosessuale, che per una volta finisce in minoranza. Terzo spot: «Amore ma che fai?», «Tesoro andiamo alla festa e non so se mettere la camicia bianca o giacca e cravatta...». E qui, invece, si ripete la battaglia del dress code (codice d’abbigliamento) diventato icona del renzismo contro l’austerità della ‘vecchia politica’. È indimenticabile la fotografia scattata l’anno scorso proprio al Parco Nord: tutta la nuova leva politica europea (Tsipras, Renzi, Valls, Sanchez, Post e Samson) agghindata con camicia bianca. Sigaro, cravatta e giacca di velluto sono un ricordo sovietico.   L’ultima idea nata in casa ‘dem’ prende in prestito le voci del mondo Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans) e le trasmette nell’etere. Alla faccia di quella minoranza cattolica, molto influente, che qui a Bologna non ci pensa proprio ad indossare le sgargianti vesti del Gay pride e rivendicare il diritto alle adozioni. «Si parla, si mangia e ci si diverte – si concludono così tutti e tre gli spot –. Ti aspettiamo, come sei e con chi vuoi, perché la festa è una, una per tutti».

C’è talmente spazio per tutti che in quei 20 secondi di radio vengono trasmesse due canzoni, una dietro l’altra: prima l’Internazionale socialista e poi ‘Love me like you do’, colonna sonora dell’erotico ‘50 sfumature di grigio’.  Chi ha inventato questa campagna radiofonica è ben cosciente delle sue potenzialità. «Creerà dibattito? Il dibattito è l’anima del Pd». Benedetto Zacchiroli è il poliedrico responsabile della comunicazione del partitone solo da pochi mesi. Lui, renziano, cattolico e gay dichiarato, ha ideato gli spot radiofonici. Ma non è che l’ultima provocazione, dato che soltanto 15 giorni fa in città si è assistito a un altro dibattito: quello sul manifesto in stile sovietico della Festa dell’Unità.    I primi di agosto sono comparsi in città una trentina di manifesti di 6 metri per 3, che raffiguravano un messaggio in cirillico lanciato da una donna. Quella ritratta da Alexander Rodchenko, artista costruttivista russo, uno dei massimi esponenti dell’arte sovietica di primo ’900. Per qualche giorno su quei manifesti comparivano solo due frasi enigmatiche: «Lei sta arrivando» e «Lei si sta vestendo». E poi, quando in città ormai tutti si erano accorti dell’anomalia pubblicitaria, ne è stato svelato il significato: «Una per tutti», era lo slogan tradotto dal russo all’italiano. Un’idea che alcuni hanno tacciato di eccessiva ‘nostalgia’. Certe simbologie, lungo la via Emilia, sono cose delicate. E l’idea di Zacchiroli non è mai cambiata: scherzare per crescere. «E’ moderno, leggero e ironico: ciò che serve a un partito maturo». Un partito che ancora ci prova ad essere ‘uno per tutti’, ma che non ci riesce quasi mai.