BOLOGNA, 10 FEBBRAIO 2011 - «NON SONO mai stato finora a Dubai! Ma adesso spero di andarci presto...», ride Roberto Rimondi, direttore creativo della maison Gianfranco Ferrè, insieme a Tommaso Aquilano, dal 2008. Insieme, ora sono impegnati nella collezione femminile per il prossimo inverno che sfilerà tra due settimane a Milano Moda Donna. Da un giorno la notizia del passaggio dei proprietà nelle mani del Paris Group di Dubai è ufficiale. Ancora un grande marchio diventa «straniero», ma Roberto è come sempre concentrato con Tommaso sul lavoro, ed è a Bologna dove è nato, circondato dalle première e dalle sarte che lavorano alla ITC (la sigla sta per It Holding Couture) di via Stendhal 33, il cuore della produzione eccelsa della prima linea.
Roberto quando arriva a Bologna cosa prova?
«Una grande nostalgia per i tempi del liceo, quando andavo alla stazione dei bus ad aspettare i compagni dell’Artistico. Allora c’era una sede sola. E poi mi viene voglia di andare subito a trovare mamma Giovanna e papà Nello, due bolognesi doc, a casa sotto la collina di San Luca, in mezzo al verde».
Quanto è cambiata Bologna da allora?
«Tanto, troppo. Non è più la stessa città di una volta, si è rovinata. Certo, i tempi di quando andavo in via S.Isaia alle medie Guinizzelli non possono tornare, ma questa dimensione di grande città ha fatto perdere molto del sapore della bolognesità. Ma io continuo ad amare moltissimo Bologna».
Anche oggi sta lavorando con Tommaso Aquilano alla collezione nelle stanze della ITC, l’azienda ora passata al magnate degli Emirati, Adbulkadar Sankari. E’ davvero un gioiello produttivo?
«Certo, la ITC è un tesoro del made in Italy, l’espressione dell’eccellenza bolognese nella sartorialità e nell’alto artigianato. Quando lavoro qui e sento parlare le sarte col nostro accento mi emoziono ancora, ritorno giovane. Perchè il posto in cui nasci te lo porti dietro tutta la vita. Qui, in via Stendhal, la qualità è totale, si lavora ancora come negli anni Ottanta, con l’energia e la positività che ho trovato già quando lavoravo in Max Mara con il direttore creativo di tutte le linee del gruppo Maramotti, Laura Lusuardi.»
Dunque con Aquilano siete felici se la produzione della prima linea di Ferrè resta qui.
«Felicissimi. E molto contenti anche di sentire che mr Sankari vuole investire sulla griffe Ferrè, vuole rilanciarla a livello internazionale. Volendo mantenere come nel caso di questa fabbrica di Bologna il nostro patrimonio culturale di manualità e moderna tecnica».
Come sono passati questi anni alla direzione creativa di un marchio tanto famoso e imporante?
«Ci sono state difficoltà, è indubbio, ma i tre commissari nominati dal ministero ci hanno lasciato grande libertà creativa»
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