Bologna, 9 giugno 2014 - Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato oggi all’unanimita’ la delibera proposta dalla giunta per l’assegnazione dell’Archiginnasio d’oro 2014 al professor Luigi Pedrazzi. E’ il riconoscimento del Comune dedicato a personalita’ che si sono distinte nel campo della cultura e della scienza; viene assegnato a Pedrazzi perche’ e’ “una delle presenze piu’ importanti dei cattolici nella politica italiana”, come si legge nell’incipit delle motivazioni. “Tutto il suo percorso personale e politico e’ segnato dalla volonta’ di costruire il dialogo fra fede e laicita’ e tra le diverse religioni, nonche’ dalla tenacia con cui ha perseguito la collaborazione delle forze storiche della societa’ italiana, con un forte impegno per la pace, contro la poverta’, per la partecipazione democratica”.
Si rallegra della decisione di conferire l’onoreficienza a Pedrazzi la vicepresidente della Regione Simonetta Saliera dicendo: “Nella sua esperienza al Mulino e al Cattaneo, come commentatore su autorevoli giornali locali e nella sua esperienza come vicesindaco di Walter Vitali, Pedrazzi ha sempre dimostrato una passione civile che ne fanno uno dei bolognesi piu’ autorevoli e uno dei cittadini italiani che piu’ hanno chiaro il delle Istituzioni e l’impegno della cultura nel vivere civile”.
Nelle motivazioni del conferimento, viene sottolineato anche e soprattutto che “la sua statura intellettuale e morale, unita a una singolare modestia nello stile di vita, ad un grande disinteresse personale, ad una rara capacita’ di ascolto e di servizio, e’ stata e sara’ un punto di riferimento per tutti i cittadini e le cittadine di Bologna. Per il suo importante contributo all’evoluzione civile della nostra comunita’ e del Paese, per quanto ha saputo arricchire e valorizzare l’immagine culturale di Bologna, la citta’ gli e’ grata”.
Nato nel 1927, Pedrazzi si e’ laureato in filosofia con Felice Battaglia e in seguito ha studiato all’Istituto italiano per gli Studi storici di Napoli con Benedetto Croce. Insegnante liceale, nel 1951 e’ stato tra i fondatori della rivista il Mulino e nel 1954 dell’omonima casa editrice. Per il Mulino e’ stato direttore della rivista, presidente della societa’ editrice, dell’Istituto Cattaneo e infine dell’Associazione. “Eravamo cattolici ma non democristiani, laici ma non laicisti, aspramente critici dell’Unione Sovietica ma non anticomunisti... Il dopoguerra fu il nostro sessantotto: eravamo postfascisti e ci buttammo alla scoperta del nuovo mondo, oltre Croce e oltre Gramsci”, disse. Giuseppe Dossetti lo volle nelle proprie liste per le amministrative.
Pedrazzi usci’ dal Consiglio comunale nel 1960 dopo l’abbandono della vita politica da parte di Dossetti. Nel 1964, con la nascita dei quartieri, diventa aggiunto del sindaco al Quartiere Mazzini. Nel 1972, su sollecitazione di Beniamino Andreatta, in Calabria -con alcuni giovani docenti dell’Ateneo bolognese- avvio’ l’Universita’ ad Arcavacata di Rende, assumendo la responsabilita’ del centro tv, primo esperimento nelle Universita’ italiane. Nel referendum del 1974 fu uno degli esponenti piu’ in vista dei cattolici del ‘no’, contrari alla abrogazione della legge sul divorzio. Insieme a Ermanno Gorrieri, nel 1975 fonda e dirige il quotidiano ‘Il Foglio’. Nel 1995 accetta la proposta del sindaco Walter Vitali di diventare, dopo l’elezione diretta, il primo vicesindaco di Bologna di estrazione non socialcomunista del dopoguerra, per simboleggiare la stagione dell’Ulivo di cui e’ uno dei piu’ appassionati protagonisti. Politologo, e’ autore di saggi e pubblicazioni.
(Fonte Dire)
© Riproduzione riservata