REDAZIONE BOLOGNA

Quadri rubati dai nazisti, da Bologna l'inchiesta per recuperarli

Indagine della Procura su otto quadri di grandi maestri del Museo di Belgrado. Portati via da Goering, nel 2004-2005 furono esposti alla Pinacoteca. Il valore è inestimabile

I carabinieri del Nucleo di Tutela patrimonio culturale  di Bologna

I carabinieri del Nucleo di Tutela patrimonio culturale di Bologna

Bologna, 26 novembre, 2016 – Se non fosse vero, sembrerebbe il fim ‘Monuments men’ di George Clooney. In realtà è ancora meglio. Perché grazie ad un’indagine partita da Bologna sembra di nuovo possibile recuperare otto capolavori rubati dai nazisti e poi fatti sparire nelle ‘nebbie’ del dopoguerra.

Tiziano, Tintoretto, Carpaccio: le opere di questi grandi maestri infatti, da grandi collezioni fiorentine finirono (comprate, ma anche sequestrate) nelle mani di Hermann Goering, maresciallo del Reich. Dopo la guerra, insieme a moltissime altre, finirono al ‘collecting point’ di Monaco, gestito dagli Alleati (e appunto i Monuments men) per essere restituiti ai legittimi proprietari, Stati o privati che fossero. Invece probabilmente ‘grazie’ a Mimarà Topic (antiquario e falsario) e Wiltrud Mersmann (che lavorava al punto di raccolta di Monaco) i quadri presero la via della Jugoslavia e, alla fine, del Museo di Belgrado.

Ma non è tutto. Nel 2004-2005 infatti queste opere, tra cui ‘Ritratto della regina Cristina di Danimarca’ di Tiziano e ‘Madonna con bambino e donatore’ di Tinoretto sono state esposte proprio alla Pinacoteca di Bologna e poi a Bari nella mostra ‘Capolavori del museo di Belgrado’. La lunga indagine dei Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale ha permesso di ricostruire la storia di questi capolavori inestimabili e, alla fine, di ottenerne il sequestro. L’ipotesi è ricettazione, e appena prima dell’estate il procuratore aggiunto Valter Giovannini e il pm Roberto Ceroni sono stati al ministero degli Esteri per seguire la rogatoria. Nell’ambito dell’indagine si stanno valutando anche responsabilità dei direttori del museo serbo e dei curatori della mostra, visto che si parla di opere censite e ricercate da molto tempo.