CRISTINA DEGLIESPOSTI
Cronaca

Ferito negli scontri, agente deve pagarsi il ticket

Lo denuncia il Siulp: un agente bolognese in rinforzo fuori dalla Leopolda rimane ferito

Un momento degli scontri a Firenze

Un momento degli scontri a Firenze

Bologna, 7 novembre 2016 - Servitore dello Stato, fino alla porta dell’ospedale. Da lì in poi un cittadino come gli altri, anche se indossa ancora la divisa e al pronto soccorso è andato per farsi controllare quel braccio dolorante. Il braccio usato per reggere lo scudo e parare i colpi dei manifestanti di Firenze più facinorosi. Ma per l’ospedale Santa Maria Nuova poco importa i motivi che lo hanno portato al pronto soccorso: per quella visita e per la radiografia al gomito dovrà pagare 10 euro di ticket come tutti gli altri.

Lo prevede una delibera del 2012 della Regione Toscana che ha istituito un contributo fisso – 10 euro, appunto – per la diagnostica per immagini, “salvo i casi in cui si proceda al ricovero a seguito dell’accesso in pronto soccorso”, recita la distinta di pagamento consegnata all’agente.

A segnalare la vicenda è il sindacato di polizia Siulp Bologna, perché l’agente in questione è uno dei 120 del Reparto mobile felsineo inviati sabato, a Firenze, in supporto ai colleghi toscani per gestire i manifestanti anti-Renzi. Al termine del servizio si è rivolto al pronto soccorso cittadino. Visita, raggi X e una manciata di giorni di prognosi, quantificati in 51 euro di prestazione complessiva alla quale l’Asl toscana chiede di contribuire con 10 euro (fino a ieri non ancora versati).

“È sconcertante doversi trovare anche a pagare dopo una giornata di guerriglia urbana, dove i colleghi sono stati oggetto di lanci di pietre, bombe carta e sbarre metalliche – commenta il segretario del Siulp Bologna, Amedeo Landino –. Una giornata passata a parare ogni tipo di colpo, al servizio della collettività”. Il punto, per il sindacato, “non è il costo, cioè i 10 euro – continua Landino –, ma la ricaduta in termini di motivazione sugli agenti”. Agenti sempre più “costretti a ricorrere a polizze assicurative private perché, come denunciamo da tempo, la tutela sanitaria in polizia presenta pesanti lacune”. Senza Inail, la possibilità di rimborso delle spese sostenute, soprattutto per le riabilitazioni, “sono soggette a un iter di riconoscimento dell’infortunio lungo anche 10 anni, dove occorre dimostrare il nesso con la causa di servizio. Iter – continua il segretario bolognese – che spesso non va a buon fine”.