Bologna, 14 settembre 2017 – Se n’è andato uno dei grandi della pallavolo italiana. Nerio Zanetti, 77 anni, da tempo stava giocando la partita più difficile della sua vita terrena. Non ce l’ha fatta e la Bologna sportiva e il mondo del volley piangono il tecnico che, nel 1985, in una storica finale contro la Panini Modena, aveva riportato lo scudetto all’ombra delle Due Torri, con i colori gialloneri della Zinella.
Aveva scoperto il volley e la pallavolo ai tempi dell’Isef, Nerio, non avrebbe più lasciato quell’amore e quella passione, alternando il lavoro in palestra con l’insegnamento. Da giocatore aveva militato nelle fila della Bovoli e della Zavattaro, poi la Virtus e il Cus Bologna.
In ambito universitario aveva costruito la sua fama di tecnico vincente, prendendo la squadra dell’Alma Mater della serie D e portandola fino in A2, con i giocatori costruiti in casa. La parentesi con la Nazionale insieme con Silvano Prandi – e il bronzo alle Olimpiadi di Los Angeles, nel 1984 – l’epopea con la Zinella: Coppa Italia (1984), scudetto (1985), Coppa delle Coppe (1987).
Le avventure a Treviso e Schio, ma sempre con il doppio ruolo di insegnante. Perché molti ragazzi che poi avrebbero giocato con lui in serie A, Nerio li aveva pescati a scuola, li aveva fatti allenare e cresciuti. Nel 1996, a soli 56 anni, la decisione di smettere. “Voglio fare il nonno a tempo pieno”, disse alla moglie e alla figlia Cristina quando nacque Anna, la prima nipote.
Nonno affettuoso e sempre presente. Con la passione, comunque, intatta per la pallavolo. Non allenava più, Nerio – l’ultimo tecnico ad aver fatto sognare e impazzire di gioia Bologna -, ma si trovava, ogni anno, con i suoi ragazzi. Si metteva davanti alla tivù a seguire la sua pallavolo. Cambiata parecchio rispetto ai suoi tempi, ma che per lui, il professor Zanetti, non aveva segreti.
Nerio, che era nato a Bologna il primo maggio 1940, lascia la moglie Marinella, un’altra leggenda dello sport cittadino, ma nel mondo dell’atletica, la figlia Cristina e le nipoti Anna e Sara.