Bologna, 6 giugno 2017 - Il dna della madre di Norbert Feher alias Igor Vaclavic prelevato in Serbia e inviato in Italia è compatibile con il profilo ricavato dalle tracce di sangue trovate dopo gli omicidi di cui è accusato. La risposta è arrivata dal Ris di Parma e rafforza in modo quasi definitivo il quadro di indizi che il pm Marco Forte ha messo insieme sul latitante, accusato di aver ucciso il primo aprile il barista di Budrio Davide Fabbri e una settimana dopo la guardia volontaria Valerio Verri, a Portomaggiore, nel Ferrarese.
Il profilo fu estrapolato dal sangue trovato fuori dal bar di Budrio, già comparato con le tracce sul furgone abbandonato l'8 aprile. A collegarlo ai delitti ci sono inoltre i riconoscimenti dei testimoni, le impronte digitali repertate sul furgone, associate a quelle sulla banca dati Interpol, poi la coincidenza del Dna, oltre agli esami balistici secondo cui le due vittime sono state assassinate dalla stessa pistola. In quanto latitante, non potrà essere processato fino a quando non sarà arrestato.