Bologna, 25 ottobre 2017 - La caccia a un posto di lavoro, seppure precario, è aperta: sono già oltre duemila le domande di chi vuole essere inserito nella terza fascia delle graduatorie di istituto degli Ata. E parliamo solo di quelle transitate attraverso l’Flc Cgil e la Cisl Scuola, senza considerare chi si è mosso in autonomia collegandosi al cervellone del Miur o via posta. «Siamo presi d’assalto: tutti cercano un lavoro», spiegano Susi Bagni, segretaria provinciale Flc Cgil e Arturo Cosentino, segretario provinciale Cisl Scuola. Via Marconi e via Milazzo: code fuori dagli uffici e telefoni che non tacciono un secondo per avere una prenotazione o una consulenza visto che la burocrazia scolastica rasenta, talvolta, l’assurdo.
Ata, una sigla dietro cui si celano i non docenti: collaboratori scolastici (i bidelli di vecchissima memoria), segretarie o assistenti ammnistrativi e tecnici di lavoratori. Ma anche addetti alle aziende agrarie, cuochi, guardarobieri e infermieri. Figure o meglio potenziali posti di lavoro chiamati ora ad aggiornare o a essere inserite per la prima volta in questa terza parte di graduatoria, in vigore per il prossimo triennio e da cui si potrà attingere per future assunzioni per lo più precarie. Una speranza che scadrà il 30 ottobre. Dieci i giorni di tempo per fare ricorso dalla data di pubblicazione delle graduatorie da parte degli istituti capofila (scelti cioè dai candidati); dopodiché, su un altro portale, si dovranno indicare i trenta istituti in cui candidarsi con l’augurio di una supplenza. «Oltre alle domande già inviate, ne abbiamo più di 500 prenotate – rivela il segretario della Cisl Scuola –: tutti cercano un lavoro. Abbiamo docenti in terza fascia (graduatoria di istituto da cui i presidi attingono per le supplenze, ndr) che presentano domanda anche come collaboratori scolastici. Abbiamo anche disoccupati con oltre 50 anni, lavoratori la cui l’azienda in crisi. Come pure neo laureati o neo diplomati».
Un mondo alla caccia di un contratto che, però «forse non arriverà – sottolinea Cosentino –, soprattutto per chi ha un punteggio basso», magari perché solo in possesso del titolo di studio e non di punti per il servizio svolto in passato. «Stiamo pensando di stare aperti anche al sabato – annuncia Bagni che ha già più di mille moduli ingurgitati dal cervellone ministeriale –. La maggior parte di chi arriva qui non ha mai lavorato nel mondo della scuola: ci provano e lo fanno soprattutto per il profilo di collaboratore scolastico», la più bassa. Poi in seconda battuta si tenta la sorte per segretari e tecnici. La terza fascia, sottolinea la segretaria Flc Cgil, offre «un lavoro molto precario». E queste persone sono già «precarie perché in cassa integrazione, in mobilità oppure in solidarietà».