Bologna, 9 novembre 2017 - I supporter di Beppe Maniglia erano pronti, ieri mattina, per la sua deposizione in tribunale. Ma causa rinvio dovranno attendere il 22, quando l’artista – Giuseppe Fuggi all’anagrafe – salirà sul banco degli imputati per le spontanee dichiarazioni nel procedimento che lo vede accusato di oltraggio e minacce a pubblico ufficiale. La vicenda risale al 9 marzo 2014 quando, in piazza del Nettuno, due vigilesse intervenirono perché Maniglia diffondeva musica ad alto volume con gli amplificatori.
Nel battibecco che ne nacque con le vigilesse, secondo la procura Maniglia le avrebbe minacciate e offese ("Ma non vi vergognate del mestiere che fate" e "Mi ricorderò di voi"), tanto da rimediare una denuncia a piede libero e, nell’aprile 2015, un decreto penale di condanna (multa di 25mila euro). Decreto opposto e per cui Maniglia è adesso a processo, assistitito dall’avvocato Martino Macchiavelli, ma né Comune né vigilesse si sono costituite parte civile.
Ma un caso analogo (i vigili furono tacciati di essere ridicoli), sempre seguito dal legale Macchiavelli, si è concluso a novembre 2016 con l’archiviazione dalle accuse di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. Per quell’episodio (del 24 aprile 2016), il gip Ines Rigoli ha riconosciuto che l’atteggiamento di Maniglia non fu "di apprezzabile ostacolo" al lavoro dei vigili.
Inoltre, l’accusa di disturbo "appare infondata" visto che l’esibizione avvenne "nel tardo pomeriggio e alla presenza di un centinaio di spettatori in piazza Maggiore, solitamente teatro di spettacoli di musicisti e artisti di strada".