Bologna, 4 maggio 2014 - Là dove c’erano biada e cavalli, adesso c’è solo l’amianto dei tetti in dismissione. Ma il problema è che i ragazzi delle Aldini-Valeriani, almeno in teoria, e se le condizioni peggiorassero, potrebbero presto o tardi respirarlo. Siamo all’ippodromo, lato via Sario Bassanelli, proprio di fronte allo storico istituto tecnico-professionale. Viste dalle aule, le casette delle stalle e degli spogliatoi sono un bel colpo d’occhio: basse, immerse nel verde, i muri gialli e le imposte di legno scuro, i tetti a punta. Viste da vicino, cadono a pezzi. E parte di quei pezzi sono lastroni quadrati di eternit che si sfarina con le intemperie e rilascia malefiche scaglie di amianto.
L’allarme lo lancia Lucia Borgonzoni, consigliera comunale della Lega Nord: «Di quei circa cinquemila metri quadrati di tetti degli spogliatoi in dismissione — avverte —, la gran parte sono privi di protezione obbligatoria e versano esattamente nello stato in cui, solitamente, l’eternit è pericoloso per la salute».
Pochi i pezzi di copertura che, in attesa di essere smaltiti, sono stati bonificati. Ammette l’esistenza di quell’amianto l’assessore all’ambiente, Patrizia Gabellini: «Ne siamo a conoscenza. È una presenza consistente. All’interno del piano amianto che il Comune sta mettendo a punto, il capitolo Ippodromo è un problema ben presente». E nonostante la proprietà di area e immobili sia di Palazzo d’Accursio, l’assessore spiega che a intervenire dovrebbe essere il gestore. Ovvero HippoGroup Cesenate spa, che lo gestisce dal 1958.
Le carte sono ancora in regola, la Gabellini le ha in mano: «Abbiamo fatto un’ordinanza in merito a quei tetti già nel 2012. La gestione ha tempo ancora qualche mese, fino a luglio, per presentare un piano di smaltimento e provvedere quindi alla rimozione delle parti più pericolose e la valutazione del rischio per la restante parte del tetto, la cui condizione è stata valutata ancora discreta». Primo o poi, su questo ci sono pochi dubbi, quell’eternit andrà tolto tutto. «E con quali soldi?», mette in guardia Lucia Borgonzoni. Che accusa: «La società di gestione dell’ippodromo da due anni non paga l’affitto». Un debito che il Comune, a fine aprile, certificava in 844.264 euro. «Impensabile — insiste la leghista — che in queste condizioni la società reperisca i soldi per smaltirlo. Ma quell’eternit c’è. Allora è inutile che il Comune faccia incontri sull’amianto se poi sui tetti di sua proprietà ce n’è ancora così tanto».
«C’è una legge — ribatte l’assessore —, e ci sono delle linee guida da seguire che spiegano come in questo caso sia il gestore a dover intervenire. Ma sappiamo delle difficoltà economiche e per questo stiamo cercando di capire insieme come far fronte a questa situazione. D’altronde agire in modo forzoso non farebbe altro che allungare i tempi, come già successo per altri immobili».
Simone Arminio
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