Bologna, 29 aprile 2014 - Patate commestibili, ma non dop: ci sarebbero una decine di persone indagate da in un’inchiesta della Procura di Bologna, pm Manuela Cavallo, sulla commercializzazione di patate. L'ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
L'inchiesta sarebbe partito da segnalazioni e sequestri fatti dal comando provinciale della Guardia Forestale, sette mesi fa. In pratica, verrebbero messe in commercio importanti partite di tuberi con marchio di origine bolognese, mentre una notevole quantità di prodotto arriverebbe da altre zone, anche estere. Gli accertamenti sono stati estesi anche ad alcuni circuiti della grande distribuzione. Il giro d’affari sarebbe molto rilevante, trattandosi di verifiche su migliaia di tonnellate di prodotto.
Della vicenda si è occupato un servizio di Report andato in onda ieri sera. Massimo riserbo da parte degli inquirenti: “Acquisiremo la registrazione del servizio, anche se gran parte degli elementi di indagine sono ormai stati acquisiti essendo gli accertamenti in fase assai avanzata”, si è limitato a dire il procuratore aggiunto portavoce, Valter Giovannini.
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