Bologna, 21 febbraio 2014 - «IMMAGINIAMO una città come un’automobile, perfetta. I cittadini sono il motore. Un motore che però gira a vuoto perché manca l’albero di trasmissione. Noi l’abbiamo costruito». Nella motor valley non c’è metafora più azzeccata di quella scelta ieri da Gregorio Arena, presidente di Labsus-Laboratorio per la sussidiarietà. ‘L’albero di trasmissione’ di cui parla è il ‘Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani’ — fortemente voluto dal sindaco, Virginio Merola — che sarà presentato domani in un convegno in SalaBorsa.
Oltre al senso civico e al coinvolgimento positivo delle persone, il Comune riuscirà anche a risparmiare qualche risorsa che spenderebbe per la piccola manutenzione del territorio. Ma c’era davvero bisogno di nuove regole? «La risposta è che queste regole non complicano la vita — replica Arena — ma liberano energie consentendo ai cittadini di prendersi cura di strade, piazze, portici, giardini, fontane, in sinergia con l’amministrazione».

L’ITALIA, infatti, è piena di persone disposte a prendersi cura dei luoghi in cui vivono, ma il diritto amministrativo li considera solo ‘utenti’ mentre molti di loro vorrebbero diventare ‘cittadini attivi’. Da questa considerazione nasce il regolamento che, «contiene tutto quello che serve per consentire loro di diventare protagonisti», assicura Arena.
Nato dal progetto ‘Le città come beni comuni’ promosso dal Comune con il sostegno della Fondazione Del Monte e realizzato con il supporto di Labsus e la collaborazione del Centro Antartide, il regolamento è la prima ‘traduzione’ mai realizzata in Italia del principio di sussidiarietà previsto dall’articolo 118 della Costituzione in norme di livello amministrativo che gli enti locali potranno utilizzare per instaurare rapporti di collaborazione con i cittadini.

OBIETTIVO? Curare i beni comuni del territorio e facilitare l’impegno di chi vuole rimboccarsi le maniche, dando il proprio contributo. Realizzato insieme ai funzionari del Comune partendo dalle esperienze di tre quartieri (Santo Stefano, San Donato e Navile), il regolamento potrà essere utilizzato da qualsiasi comune italiano. «Lo abbiamo scritto con i piedi nei quartieri bolognesi, ma lo sguardo rivolto all’Italia», afferma Arena.
Dal 22 febbraio il Regolamento sarà on line sul sito cittabenicomuni.it e si potrà scaricare, dopo aver compilato con i propri dati un form. «È un regolamento open source (con il codice sorgente aperto per tutti e modificabile) che chiunque può scaricare e adattare alle proprie esigenze e ricondividerlo con gli altri», conclude Arena.
Oltre a Bologna, hanno già manifestato interesse Roma (presente il 22 con l’assessore alla Cultura, Flavia Barca), Milano, Torino e tantissimi piccoli comuni sparsi per l’Italia.