Bologna, 28 gennaio 2014 - Pool di carabinieri che vengono creati di volta in volta per lavorare ‘a progetto’, su uno spunto investigativo, una pista, un’emergenza locale che può essere repressa efficacemente, valicando i limiti territoriali delle stazioni.
Il colonnello Antonio Jannece, comandante provinciale dell’Arma, in questi primi mesi sotto le Due Torri ha ben compreso quali sono i fronti caldi della sicurezza. Le notti folli del centro storico e i furti sono certamente fra le priorità e l’idea di creare squadre per inchiodare i predoni che svuotano case e aziende dei bolognesi vuole essere più che un segno.
Due violente aggressioni in un sabato notte in zona universitaria ma. Almeno in un caso, tre sono finiti in manette.
«Il dispositivo di vigilanza in piazza Verdi per noi è importante perché garantisce un intervento in autonomia e funziona anche da ‘warning’ (allerta, ndr) per l’intervento di altri servizi».
In centro, però, la microcriminalità non si esaurisce con tre arresti.
«Negli ultimi 14 giorni, in centro, abbiamo arrestato 20 persone: otto per rapina, cinque per furto e sette per spaccio. E, di questi, 11 arresti sono stati in piazza Verdi e nelle vie limitrofe. Ma ci sono state anche le denunce per atti contrari alla pubblica decenza. L’attenzione da parte nostra è notevole e comunque negli ultimi tempi qualche risultato lo abbiamo tratto, con un grande aiuto da parte del nucleo Radiomobile, della compagnia Bologna Centro e del V Reggimento. I risultati, pur sempre migliorabili, sono esemplificativi dell’impegno che i nostri ci stanno mettendo».
E la prevenzione?
«Al di là degli arresti, l’attività di prevenzione, con la presenza sul territorio, è quello che ci preme. Poi è ovvio che chi abita in piazza Verdi e denuncia una qualità della vita compromessa non viene consolato da questo».
Non ci sono solo il centro storico e il degrado. I reati predatori continuano ad aumentare ovunque con percentuali a due cifre.
«I numeri di cui parliamo sono elevati e non si riesce a fronteggiarli, ma il trend è in linea con i dati nazionali. A fronte della crescita di furti e rapine, però, la percentuale di furti e rapine i cui autori vengono scoperti aumenta in misura maggiore, soprattutto in provincia, e questo è il segno del lavoro che si sta facendo. Ovvio che l’attività di prevenzione per i furti è molto difficile, ma in provincia si riescono a organizzare attività mirate su determinate zone, mentre in città è più complicato, anche per il numero notevole di interventi».
A fronte di questa emergenza, quali contromisure vengono prese?
«Quando i fenomeni locali destano una certa preoccupazione, le stazioni mettono insieme gli uomini per seguire ‘a progetto’ un’attività investigativa, anche superando i limiti territoriali di rispettiva competenza».
Di quei 20 arrestati in centro che ha citato prima, quanti sono ancora dentro e quanti sono tornati per strada?
«A noi interessa fare in modo che gli atti di polizia giudiziaria siano fatti nel modo migliore per consentire alla Procura di sostenere il dibattimento. Il nostro mestiere è questo».
Enrico Barbetti
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