Bologna, 22 dicembre 2013 - «Venerdì sera me l’aveva detto: ‘Papà, quella macchina ha dei problemi.Non è a posto. Fa un rumore strano’. L’aveva ritirata da un’officina a Cremona e l’aveva portata a Maranello. E ieri mattina sono usciti lo stesso... Ma Flavio non c’entra, non ha colpa di niente... Era a fianco del guidatore...È successo qualcosa... Ma una macchina da 400mila euro non può andare a fuoco così...». (foto)

Singhiozza e parla, papà Giuliano Pierleoni, comandante della polizia stradale di Casalecchio. E dice che al volante, ieri mattina, non c’era il figlio, Nella sua vita ha visto e rilevato centinaia di incidenti, nelle sue parole c’è incredulità per quello che è accaduto. Un misto di rabbia e dolore, aggrappato alla vita del figlio che ha accompagnato fin da bambino in tutte le piste d’Italia e d’Europa. Sempre fianco a fianco, circuiti, box e camper. Una simbiosi cementata dalla passione per i motori e le corse, dalla cura maniacale per la sicurezza, dalla preparazione di ogni gara. 

UNA CARRIERA coronata da tanti successi, fino al primo posto nel campionato mondiale Ferrari Challenge-Trofeo Shell, che il suo ‘Flavietto’ ha conquistato a 21 anni, nel 2010, nel circuito spagnolo di Valencia. L’ingaggio che poteva dare una svolta a una carriera già promettente tardava ad arrivare, ma ogni occasione era buona per tornare in pista, e il ventiquattrenne di Monte San Pietro dopo le Ferrari in più occasioni aveva guidato in gara anche le Lamborghini.

IERI mattina era solo un’uscita di prova che si aggiungeva ai tanti raid fatti per gli amici del Bull bar di Sant’Agata Bolognese. Qualcosa però è andato storto, e alla prima notizia dell’incidente in tanti sono andati a vedere il luogo dello schianto. Raccontano di un rettilineo, un lungo segno sull’erba nel lato sinistro della corsia e poi la caduta nel fossone laterale. Nessuno scontro. Chi parla di malore del conducente, chi di guasto. Si vedrà. Intanto però i due uomini a bordo lottano fra la vita e la morte. Il primo, il quarantottenne di Reggio Emilia Daniele Valestri, è stato subito trasportato in elisoccorso al Maggiore. Pierleoni ha preso invece la strada dell’ospedale di Baggiovara. Ad estrarre lui e il compagno dalle lamiere un residente in una casa vicina. Il primo a prestare soccorso. Poi sono arrivate le ambulanze. Poco dopo le 11 del mattino Flavio era nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale modenese. Mezz’ora dopo mamma Daria e papà Giuliano erano lì.

«NON HA nessuna frattura e nessuna lesione. Solo un segno allo sterno che gli ha fatto la cintura di sicurezza — racconta il padre —. Ma è tutto bruciato alle gambe, alle braccia e al volto. Poverino, è così: i medici ce l’hanno detto. Il problema sono i reni che devono reggere gli effetti delle ustioni». Intorno alle 16 la decisione di trasferire il ferito, in ambulanza, al Bufalini di Cesena, dove i medici faranno di tutto per salvarlo. Al seguito i familiari più stretti. «I dottori non fanno previsioni. Ci hanno detto solo che le prossime 48 ore saranno decisive. Niente di più. Non possiamo fare niente. Solo sperare», dice con un filo di voce papà Pierleoni, consapevole del fatto che questa per il figlio sarà la gara più lunga e più dura della sua vita.

Gabriele Mignardi