Bologna, 28 maggio 2013 - Sulla situazione di piazza Verdi e’ necessario “buttare un po’ d’acqua sul fuoco”. E’ il messaggio lanciato dal prorettore agli studenti dell’Universita’ di Bologna, Roberto Nicoletti, dopo i tafferugli di ieri sera e di giovedi’ scorso in zona universitaria. Nicoletti e’ intervenuto sull’argomento dopo che, stamattina, gli studenti del Collettivo universitario autonomo (Cua) e di Hobo hanno tentato un blitz in rettorato per interrompere il Consiglio di amministrazione dell’Ateneo: trovato l’accesso sbarrato, i manifestanti hanno improvvisato una conferenza stampa rilanciando le proprie accuse verso amministrazione comunale, Questura e la stessa Alma Mater.
“Piazza Verdi non e’ territorio dell’Universita’, non e’ che la Polizia viene o va via a seconda di quello che dice il rettore”, replica Nicoletti. “C’e’ una situazione molto complessa, nata dalla questione degrado” che ha visto alzarsi la tensione con momenti in cui il tutto e’ andato “fuori controllo”, continua il prorettore. “Lo sanno tutti che cosi’ non va bene- aggiunge Nicoletti- lo sanno gli studenti, lo sa l’Universita’ e lo sa l’amministrazione”: il punto e’ capire come “disinnescare”.
Il rapido susseguirsi di episodi di tensione preoccupa l’Ateneo? “Obiettivamente la situazione non e’ gradevole”, afferma Nicoletti, pur ridimensionando le ricostruzioni fornite dai collettivi: che ci siano “tutte queste teste rotte non e’ vero e bisognerebbe anche vedere com’e’ che si sono rotte”.
Su quanto accaduto ieri, cioe’ il divieto per gli studenti di poter fare un’assemblea in piazza con il megafono, il prorettore non entra nel merito: “Non c’ero, se c’e’ un regolamento urbano non l’abbiamo fatto noi”. Di certo bisogna “partire dai fatti” e “buttare acqua sul fuoco”, raccomanda Nicoletti, perche’ “se ognuno vuole appuntarsi la medaglietta di chi e’ stato piu’ forte e fatto retrocedere gli altri, non andiamo da nessuna parte”.
L’Ateneo, nel frattempo, non pensa di togliere ai collettivi le aule in cui svolgono le loro attivita’. Non si parla di spazi “occupati” ma “assegnati e collocati all’interno delle Facolta’”, spiega il prorettore: “L’Universita’ decide sulle politiche da adottare nei confronti degli studenti e se decide di fare cosi’ va bene”.
Ancora meno l’Alma Mater pensa di raccogliere l’invito piu’ volte lanciato da Manes Bernardini, capogruppo in Comune della Lega nord, che vorrebbe sanzioni disciplinari per gli studenti protagonisti degli incidenti. “Per prima cosa bisogna verificare le responsabilità” personali, afferma Nicoletti, “ma soprattutto quando uno studente e’ in via Rizzoli e’ un cittadino come un altro. Cosa faccio, lo boccio al mio esame?”.
Oggi, inoltre, Cua e Hobo hanno nuovamente protestato contro il carovita ed in particolare i prezzi della mensa universitaria. La gestione delle mense “e’ in capo alla Regione e non all’Universita’”, ricorda Nicoletti, “non siamo noi che aumentiamo i prezzi e non e’ vero che si tratta di una struttura privata”. Detto questo, “non e’ che il tema non ci riguardi” e infatti il rettore, Ivano Dionigi, “ha gia’ detto che bisogna affrontarlo con la Regione e stiamo facendo molto per mettere in piedi una collaborazione per migliorare la gestione delle mense”.
Inoltre, “e’ vero che qui i prezzi sono piu’ alti che nelle altre regioni”, ammette il prorettore, pero’ e’ anche vero che questa e’ “l’unica regione che garantisce tutte le borse di studio a tutti gli aventi diritto” e “se favorisci le mense sfavorisci le borse di studio oppure viceversa”.
Infine, se oggi il rettore non ha incontrato i collettivi “e’ solo perche’ non l’hanno chiesto”, assicura Nicoletti. In delegazione possono incontrarlo “quando vogliono”, aggiunge il prorettore, “ma non se vengono qui in 30 e mentre si svolge il Cda”.
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